Lo spreco alimentare è una delle questioni irrisolte dei nostri tempi. L’app Too Good To Go (“Troppo buono per buttarlo”) risolve il problema dell’invenduto di negozi e supermercati che ogni giorno viene buttato: «In questo modo riusciamo a salvare ogni giorno quintali di alimenti».
Too Good To Go, l’azienda a impatto sociale e il più grande marketplace mondiale per le eccedenze alimentari, ha pubblicato qualche giorno fa il suo Impact Report 2022, che rivela i risultati significativi ottenuti nella sua mission di ispirare e responsabilizzare tutti a ridurre insieme lo spreco alimentare.
Nel 2022, Too Good To Go ha accolto 52.671 partner alimentari indipendenti e 395 nuovi brand sul mercato. Queste realtà si sono aggiunte ad alcuni dei maggiori operatori del settore alimentare, tra cui Carrefour, Aldi, Starbucks, Morrisons, Costa Coffee, Casino Group, M&B, PAUL Group e Biedronka.
Con i soli Key Accounts, Too Good To Go ha salvato quasi 44 milioni di pasti nel 2022, evitando l’equivalente delle emissioni di CO2e prodotte da un volo di 500mila passeggeri da Londra a Berlino. Insieme agli imprenditori locali, l’azienda a impatto sociale è riuscita a evitare lo spreco di altri 33 milioni di pasti.
Come è nato Too Good To Go e come arriva in Italia?
Too Good To Go è nato in Danimarca – spiegano dalla sede italiana delle B Corp – da un gruppo di studenti che hanno iniziato a percepire l’enorme problema dello spreco alimentare nell’ambiente intorno a loro, all’interno di eventi, ristoranti, negozi e hanno deciso di provare a creare uno strumento in grado di connettere i consumatori a quelle attività commerciali e di ristorazione che avevano cibo invenduto in eccedenza. Prima è nato un sito, che poi si è evoluto in un’app, la quale ha iniziato la sua diffusione in tutta Europa, arrivando in Italia a marzo 2019. La penisola ha accolto molto bene fin da subito Too Good To Go, che in tre anni ha trovato spazio da Nord a Sud, coinvolgendo più di 20mila esercenti e quasi 7 milioni di utenti.

Quali sono i vantaggi per le aziende e gli utenti che utilizzano questa app?
Sicuramente per le aziende è un modo semplice e veloce per evitare di sprecare quei prodotti rimasti invenduti a fine giornata, e recuperare anche una parte dei costi di produzione. Gli utenti hanno la possibilità di acquistare, a un terzo del prezzo, cibi ancora ottimi che rischiavano altrimenti di essere gettati. E non dimentichiamo il vantaggio per l’ambiente: per ogni Magic Box, che in media contiene un chilogrammo di alimenti, si evita di sprecare anche 2.5 kg di anidride carbonica. È un grande benefit quindi anche per l’ambiente.
Too Good To Go non è una semplice app, ma si propone anche di informare e sensibilizzare sul problema dello spreco alimentare. Quali sono le principali attività che mettete in campo?
Quotidianamente sui nostri canali (social network e sito internet in primis) condividiamo consigli, buone pratiche e tutti quegli accorgimenti per facilitare l’anti-spreco (anche) tra le mura domestiche. Inoltre, abbiamo diverse iniziative più ampie, come il “Patto contro lo Spreco Alimentare”, che riunisce 28 grandi aziende, associazioni dei consumatori e terzo settore per portare avanti azioni concrete contro gli sprechi e sensibilizzare sull’argomento i dipendenti e gli stessi consumatori delle aziende.
Collaborate anche con le scuole. Quali sono gli strumenti che mettete a disposizione di studenti e insegnanti?
Sì, abbiamo predisposto un kit di video e di documenti che possono essere utili per introdurre l’argomento e approfondirlo, a seconda dell’età degli studenti e del percorso scolastico. Inoltre, insieme alla casa editrice Battello a Vapore, abbiamo pubblicato a giugno 2022 “Il Manuale Antispreco”, dedicato proprio a raccontare il tema dello spreco alimentare ai ragazzi e agli insegnanti, in modo accattivante ma preciso.
Cos’è l’etichetta consapevole?
È uno dei progetti cardine per Too Good To Go a livello internazionale, per meglio spiegare ai consumatori la differenza tra le diciture ≪da consumarsi entro≫ e ≪da consumarsi preferibilmente entro≫: la prima, infatti, è la vera e propria data di scadenza, la quale ci dice che dopo la data gli alimenti potrebbero subire alterazioni microbiologiche e quindi essere nocivi per la salute, mentre la seconda rappresenta il TMC (Termine Minimo di Conservazione, ndr), che è un indicatore di qualità. Infatti, il ≪da consumarsi preferibilmente entro≫ indica il periodo entro cui il produttore garantisce che i cibi abbiano ancora il 100% delle loro caratteristiche (di gusto, olfatto, ecc.) ma ciò non vuol dire che successivamente non siano più commestibili. Semplicemente potrebbero iniziare a perdere il loro profumo, gusto e proprietà.
Come Too Good To Go, insieme ai nostri produttori partner, stiamo aggiungendo un’ulteriore dicitura ai prodotti con TMC, che recita ≪Spesso buono oltre – Osserva, annusa, assaggia≫, in modo da rendere più chiaro ai consumatori la necessità di utilizzare i propri sensi per capire se un prodotto è ancora buono dopo la data indicata in etichetta: un tema chiave nella lotta contro lo spreco alimentare, considerando che il 10% dello spreco in Europa deriva proprio dall’errata interpretazione delle diciture.