Un cambio di mentalità per diffondere un nuovo modello di business, basato non più semplicemente sul profitto ma sul benessere che un’azienda può generare. «Il guadagno diventa uno strumento per creare valore economico ma anche sociale e ambientale».
Diffondere modelli d’impresa for good. È l’obiettivo di The Good Business Academy, di cui Paolo Braguzzi è cofondatore e coordinatore del comitato direttivo. Laureato in Economia e Commercio, Braguzzi ha alle spalle un’importante esperienza lavorativa in grosse imprese, nelle quali ha ricoperto il ruolo di CEO per più di 25 anni.
Paolo, cos’è The Good Business Academy e perché è nata?
The Good Business Academy è un’Academy congiunta – universitaria e aziendale – che si propone di diffondere modelli d’impresa for good, ovvero delle imprese votate all’impatto positivo su tutti gli stakeholder, sulla società e sull’ambiente, in una prospettiva di lungo periodo e attente alle esigenze delle generazioni future. È un progetto nato nel 2022, frutto della collaborazione tra il Consorzio universitario di economia industriale e manageriale (CUEIM, un network di 27 università italiane) e le imprese for good più evolute, rappresentate dalle B Corp Nativa e InVento Lab. Penso che questo progetto vada a colmare un vuoto: oggi c’è tanta attenzione alla sostenibilità, ma spesso ciò è dovuto a una strategia che continua a privilegiare la convenienza per l’impresa. Noi invece riteniamo debba affermarsi un nuovo paradigma che dia la stessa importanza all’interesse degli shareholder e a quello degli stakeholder, comprese le generazioni future. L’Academy si propone perciò di fornire strumenti culturali e manageriali che vadano in questa direzione.

Paolo Braguzzi, The Good Business Academy
Per 17 anni è stato Amministratore delegato di Davines e, in precedenza, ha lavorato per altre importanti aziende. Cosa porta con sé oggi del suo bagaglio di esperienze?
Porto con me l’aver vissuto la trasformazione dell’impresa in B Corp e in società benefit, partendo da un ragionamento sull’etica e dimostrando che si può intraprendere questo percorso continuando a essere un’azienda in salute che genera profitto, anzi rafforzandosi anche da questo punto di vista. È stata un’esperienza molto importante che mi ha permesso di affrontare questo tema dal punto di vista pratico, cioè quello di fare veramente le cose.
Cosa si intende per “impresa for good”?
L’impresa for good si propone di creare benessere per tutti gli stakeholder: i collaboratori, i clienti, i fornitori, la comunità ed anche l’ambiente, che rappresenta le generazioni future. L’interesse dell’impresa va collegato quindi al bene comune e all’interesse di tutti. Il profitto, perciò, non è più il fine ultimo ma uno strumento per creare valore sociale e perseguire il bene comune.
Oggi diverse aziende sono diventate o stanno diventando B Corp. Secondo lei, è una moda o il primo passo per un cambio di mentalità?
Per me le aziende che intraprendono questo percorso sono ancora troppo poche! Se l’interessarsi alla sostenibilità e l’intraprendere un percorso per diventare B Corp sono una moda, ben venga! Diventare B Corp presuppone un cambio di mentalità. Le imprese che hanno portato a termine questo percorso sono riconosciute come un riferimento e sono imprese di successo. Questo può essere di buon esempio e incoraggiamento per altri imprenditori e manager perché significa che si possono coniugare sostenibilità e profitto.
Cos’è per lei la sostenibilità e come può, in concreto, applicarla un’azienda?
Vado oltre la definizione canonica di sostenibilità. Per me vuol dire affrontare con efficacia i tanti problemi che abbiamo dal punto di vista ambientale e sociale, e lasciare le cose meglio, e non peggio, di come le troviamo. E per passare alla concretezza ecco alcune azioni che un’azienda può mettere in pratica: usare energia da fonti rinnovabili, adottare i principi dell’economia circolare, avere un alto controllo di quello che accade nella sua supply chain, privilegiare la trasparenza nelle comunicazioni, garantire la parità di genere, dare aiuto a chi è in difficoltà. Nell’Academy cerchiamo di spiegare tutto questo, perché farlo e come farlo.
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