Chiedono il riconoscimento di valori come uguaglianza, istruzione, merito. Nato in Inghilterra per volontà di Annie Lennox, dal 2010 anche in Italia il network unisce donne che desiderano compiere azioni concrete per un futuro migliore. «Da sempre siamo il motore del cambiamento: insieme, possiamo fare la differenza per le donne e le ragazze di tutto il mondo. The Circle aiuta le donne perché le donne aiutano tutti».
Potremmo definirlo come un cerchio, in grado di mettere a disposizione competenze e tempo per promuovere, realizzare, sostenere raccolte fondi e campagne di sensibilizzazione. The Circle si occupa dell’organizzazione di progetti per devolvere i proventi alle onlus impegnate sul campo, verificando serietà e prospettive di sostenibilità. È Adelaide Lucia Corbetta, Presidente di The Circle, a raccontare la determinazione impiegata da autorevoli personalità della società nel far nascere questa organizzazione, a beneficio delle donne che vivono situazioni sociali preoccupanti.

La premiazione nel Nellie Award in collaborazione con il Politecnico di Milano e Tiffany & Co. Italia
Qual è l’esigenza di far nascere The Circle?
Da un incontro, straordinario, tra Annie Lennox e Nelson Mandela. Dalla volontà di Annie di aiutare donne che vivono in difficoltà. Dalla forza della commozione, dell’indignazione e dalla necessità di essere parte del cambiamento. Nel 2008 i primi incontri in Inghilterra e nel 2010 l’avvio in Italia. Una storia ricca di tante emozioni, di tanti cerchi, di molto impegno. Una storia che vogliamo continuare a far crescere perché insieme siamo più forti.
La sua passione per il sociale da cosa deriva?
Dalla fortuna di essere cresciuta in una famiglia dove soprattutto l’esempio mi ha insegnato che non si può fare diversamente. Aiutare un’altra persona è normale, non lo deve essere, lo è. Fare bene fa bene.
Donne impegnate nel sociale. Quali progetti e quali iniziative?
Da situazioni emergenziali, come la violenza oppure la povertà, a temi quali l’empowerment. The Circle aiuta le donne perché le donne aiutano tutti. Poi negli anni ci siamo occupate di tanti temi, con un’attenzione particolare verso capitoli di fragilità molto poco considerati: i matrimoni infantili in Italia sono un esempio, così come il progetto The Circle Over dedicato alle signore anziane in difficoltà.
Come reagiscono le donne che riuscite ad assistere?
Con gratitudine che non è però paragonabile alla gratitudine che The Circle porta nei confronti delle associazioni che lavorano sul campo e grazie alle quali riusciamo a trasformare il nostro impegno, le nostre donazioni, in azioni concrete. Alle volontarie di The Circle, ai nostri donatori e amici e principalmente alla Onlus che aiutiamo, è diretto il nostro grazie.
Il digitale è fondamentale per la raccolta delle donazioni?
Tutti i mezzi possibili lo sono, The Circle cerca di parlare un linguaggio contemporaneo e nel presente il digitale ha una parte tanto importante quanto complementare al resto.
Quali problemi affrontano le donne che si rivolgono a The Circle?
Ci occupiamo da sempre di violenza di genere, di povertà, di emarginazione, di diritti non riconosciuti. Cerchiamo, per quanto possibile, di portare il nostro aiuto, di informare, di esserci, di essere responsabili, di non far sentire nessuno solo.
Nel caso di assistenza in che modo è possibile contattare The Circle?
Con un’email, una telefonata, attraverso i social. Raccogliamo, capiamo, ci impegniamo perché il nostro aiuto possa arrivare a tante persone.

La presentazione in Senato di “Spose bambine: Indagine sui matrimoni minorili in Italia” realizzata da No Peace without Justice.
Perché è importante la trasparenza nelle Onlus?
Perché diversamente non si può fare. Trasparenza per chi aiuta e per chi viene aiutato. Sincerità, onestà, impegno, non può esistere un altro modo.
La sua opinione sulla Responsabilità Sociale delle Imprese?
Più che un’opinione è una necessità, un’unica strada percorribile. Non facile ma necessaria.
Qual è la richiesta di assistenza più frequente che ricevete dalle donne?
Riceviamo soprattutto richieste da parte delle associazioni, più che da singole donne. E questo deriva dalla natura della nostra Onlus, che non lavora sul campo ma realizza raccolte fondi a favore di chi è impegnato nella pratica, oltre alle campagne di sensibilizzazione. Le fragilità sono molte, le richieste di aiuto sempre più numerose e, di volta in volta, The Circle con serietà cerca di scegliere al meglio l’indirizzo da intraprendere, con praticità e cuore.
Che esperienze ha maturato nelle imprese che gestiscono problematiche d’impatto sociale ed etico?
Che dovrebbero essere contagiose oltreché facilitare alcuni passaggi non certo semplici. La grande forza di The Circle deriva dalle socie che compongono il cerchio e che portano ciascuna la propria professionalità, a titolo gratuito. Una straordinaria concentrazione di competenze diverse realizza un modello di efficienza necessaria perché i tanti sforzi vengano ripagati con progetti solidi, aperti, inclusivi, coinvolgenti ed emozionanti.