Cani e gatti randagi salvati con amore, l’impegno di Susanna Celsi e dell’associazione ASTA

di Francesco Fravolini
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Cani e gatti abbandonati dalle persone, specialmente in estate: un fenomeno sociale da combattere per salvare gli animali. A scendere in campo in prima persona per cercare di arginare questa forma di inciviltà è l’ASTA (Associazione Salute e Tutela degli Animali), coordinata dal prezioso lavoro volontario di veterinari e soci sostenitori. Oltre a gestire l’Oasi Felina di Porta Portese in Via Portuense 39 a Roma, ASTA è un’organizzazione di volontariato impegnata nella cura degli animali randagi spesso prelevati con amore dalle abitazioni dei cittadini. Questo è soltanto il primo soccorso perché subito dopo vengono visitati gli animali per programmare una serie di controlli sanitari, compresi i piani di sterilizzazione.

Abbandonare cani e gatti è un comportamento irresponsabile che stravolge la vita degli animali: senza dimenticare il pericoloso coinvolgimento negli incidenti stradali che derivano proprio da quell’abbandono. Fin dal 1994 l’associazione ha sterilizzato oltre 2.500 animali all’anno, visitati oltre 30.000, operati circa 4.000. L’ASTA non riceve nessun finanziamento pubblico e l’unico sussidio per sostenerla, oltre alla quota associativa, arriva dalle donazioni individuali delle persone generose. Susanna Celsi, presidente dell’Associazione, racconta l’impegno a favore degli animali, evidenziando le aree di intervento su cui è impegnata la realtà sociale.

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Perché nasce Asta?

L’Associazione ASTA, Salute e Tutela degli Animali, nasce con lo scopo di salvare gli animali randagi e, quando possibile, poterli adottare in famiglie selezionate. L’ASTA, con l’aiuto di medici all’interno della struttura, è da sempre in prima linea mediante la realizzazione di campagne di sensibilizzazione contro le nascite indesiderate, per limitare il più possibile l’ingresso di animali nei canili o gattili.

Qual è il suo ruolo all’interno dell’associazione?

Il mio ruolo all’interno dell’Associazione è quello di presidente da quattro anni, sono anche volontaria ASTA da 23 anni. Mi occupo a tempo pieno di aiutare gli animali bisognosi e sono in prima linea nei processi di adozione.

Che significato assume il volontariato nel XXI secolo?

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Il terzo settore nel XXI secolo è diventato indispensabile in quanto le istituzioni non riescono a far fronte a tutte le diverse situazioni, in maniera autonoma. I volontari sono molto attivi e operativi sul territorio; chi meglio di loro può segnalare alle istituzioni tutte le problematiche dei cittadini e degli animali. Il terzo settore oggi è forse più importante di un tempo perché rappresenta l’anello di congiunzione tra cittadino e Istituzione.

La sua passione per il mondo delle onlus nasce da una motivazione precisa?

Questa passione nasce dalla motivazione di aiutare gli altri, soprattutto le persone indigenti che possiedono animali e molte volte non sanno come curarli e gestirli. Cerchiamo di non fare entrare mai gli animali in canili e gattili e, con l’aiuto dei tantissimi volontari ASTA, intendiamo trovare loro un’adozione.

Può raccontare i progetti e le iniziative da realizzare nel futuro?

Per il futuro intendo proseguire e rafforzare i progetti che attualmente abbiamo intrapreso in ASTA, nel periodo iniziale della pandemia Covid-19, e nello specifico il progetto “Senior Pet” e il progetto “Dopo Di Me”. Entrambi hanno lo scopo primario di aiutare persone indigenti e anziane e sostenerli anche in un periodo storico complesso come quello che stiamo attraversando, ormai da qualche anno.

Qual è la sua esperienza con il digitale nella raccolta delle donazioni?

Grazie al 5 x 1.000 abbiamo moltissimi sostenitori che aiutano noi e ASTA. Le nostre campagne di donazioni sono documentate e nascono per aiutare animali, persone indigenti oppure campagne di diversa natura, come quella sulla sterilizzazione e sull’inserimento di microchip.

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È importante la trasparenza all’interno delle associazioni?

La trasparenza è molto importante: ecco perché ogni nostro progetto è visibile sui social e viene rendicontato e pubblicizzato in tutti i campi, con estrema tranquillità.

Il suo pensiero sulla Responsabilità Sociale delle Imprese?

Come presidente ASTA, oltre a un master in FundRaising, ho anche conseguito un master in Corporate Social Responsability: di fatto il mio impegno da volontaria si è tramutato in studio. Questo ultimo master, nello specifico, l’ho scelto perché ASTA, oltre ad essere sensibile nei confronti di animali e persone indigenti, è focalizzata su diverse tematiche legate proprio alla responsabilità sociale.

Proteggere gli animali è un comportamento civile. Quali azioni mettete in campo per coinvolgere la sensibilità delle persone su questo argomento?

ASTA da sempre coinvolge tutti i cittadini e i volontari sul territorio in eventi e iniziative, sia a scopo divulgativo sia di sensibilizzazione attraverso depliant, incontri, locandine e campagne social. L’intento è, molte volte, quello di trovare un punto comune sull’affrontare una problematica come il fenomeno del randagismo.

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Photo: Valeria Scorza

Nel passato ha avuto altre esperienze con le imprese che gestiscono problematiche d’impatto sociale ed etico?

In seguito al mio master – e avendo conseguito una tesi sul Codice Etico Aziendale – mi sono rapportata con molte realtà del terzo settore, in particolare il Progetto Sud del sindacato UIL. Ho collaborato anche con diverse associazioni tra cui il FAI.

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