La storia di un’organizzazione di volontariato che, dal 1986 accoglie i malati e i loro familiari in difficoltà provenienti da tutta Italia per curarsi negli ospedali cittadini. Il direttore generale ci racconta in che modo CasAmica nell’arco di 35 anni abbia offerto un letto e il calore di una famiglia a centomila persone.
CasAmica è impegnata nell’assistenza e nell’accoglienza dei malati costretti a cambiare città, per sottoporsi a cure e interventi adeguati a guarire la propria malattia. CasAmica è un’organizzazione di volontariato che intende assicurare una vita più serena a coloro che attraversano un momento difficile a causa di una malattia. A volte non c’è scelta e l’unica soluzione da adottare resta quella di lasciare la propria città di residenza per recarsi negli ospedali dove incontrare personale sanitario specializzato. Sono sei le strutture di accoglienza di CasAmica situate a Milano, Lecco e Roma. Conviene ricordare che una delle quattro case di Milano e un’area della casa di Roma sono dedicate all’ospitalità dei bambini malati e delle loro famiglie. Nelle case di accoglienza gli ospiti sono coccolati dalla dedizione e dal sostegno di oltre 120 volontari e dagli operatori di CasAmica, nel rispetto di uno stile di accoglienza che negli anni si è fatto sempre più attento a creare un ambiente confortevole e familiare. CasAmica nell’arco di 35 anni ha offerto un letto e il calore di una famiglia a centomila persone. Con il prezioso aiuto di Stefano Gastaldi, direttore generale della Onlus, entriamo idealmente nella struttura sociale per conoscere le modalità di accoglienza, senza dimenticare la situazione sanitaria italiana.
Perché nasce CasAmica?
CasAmica è nata nel 1986 grazie all’intuizione e alla volontà di Lucia Vedani, presidente dell’Associazione, una giovane mamma che, ogni mattina, uscendo di casa si imbatteva in un gran numero di persone che dormivano sulle panchine nei dintorni dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Si trattava di persone che durante il giorno erano in cura presso l’ospedale e che di notte, per mancanza di mezzi e conoscenze, non avevano un alloggio nel quale vivere. Profondamente colpita da quella situazione, Lucia dopo pochi mesi è riuscita ad aprire la prima casa di accoglienza. Dopo trentacinque anni i posti letto sono passati da 16 a quasi 200.
Quali sono i progetti e le iniziative da realizzare?
Il fenomeno della migrazione sanitaria dal Sud al Nord è ormai un’emergenza sociale del nostro Paese e, ogni anno, circa un milione di persone è costretto a uscire dalla propria regione per curarsi. Molte di queste migrano per raggiungere le eccellenze sanitarie di Milano. Proprio per loro, che oltre alle cure hanno bisogno di un sostegno concreto e di calore umano in un momento delicato della propria vita, abbiamo deciso di aprire una nuova Casa di accoglienza a Segrate, nell’hinterland milanese. Saranno ben 3.000 i metri quadrati messi completamente a loro disposizione, progettati per dare risposte concrete alle loro esigenze, secondo un modello di accoglienza che abbiamo consolidato in tanti anni di attività.
La vostra costante presenza quanto migliora la vita dei malati già duramente complicata?
In CasAmica offriamo molto più che un posto letto: da noi gli ospiti trovano un tessuto familiare e vitale, un luogo degli affetti, fatto di accoglienza, solidarietà e condivisione, valori indispensabili per affrontare al meglio la malattia e la lontananza da casa. Negli anni abbiamo costruito uno stile di accoglienza improntato sui valori della condivisione e solidarietà, profondamente attento a creare un ambiente confortevole e familiare. La nostra esperienza ci ha fatto capire che prendersi cura delle persone è una parte importante, proprio perché consente di affrontare con rinnovata forza le terapie. Per questo motivo nelle nostre Case, soprattutto quelle dedicate all’accoglienza dei bambini, trovano ampio spazio attività di intrattenimento terapeutico come il canto, il teatro, la pet therapy e lo yoga. Abbiamo aperto, inoltre, uno sportello di ascolto e supporto psicologico dedicato gratuitamente agli ospiti grandi e piccoli; abbiamo anche un assistente sociale per aiutare le persone nella gestione delle pratiche burocratiche.
Che tipo di esperienza ha avuto con il digitale per la raccolta delle donazioni?
Abbiamo un sito internet dedicato alle donazioni, pagine sui principali canali social per promuovere eventi e campagne di raccolta fondi.
Le famiglie che hanno bisogno di assistenza come si rivolgono a CasAmica?
Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17 è attivo un numero di telefono (02 7104 0296) dedicato alle prenotazioni. I volontari addetti alla gestione del numero offrono una prima accoglienza qualificata, con l’obiettivo di spiegare il funzionamento delle nostre strutture e di trovare la sistemazione migliore in base alle esigenze di coloro che contattano la nostra realtà sociale.
Qual è la sua opinione sulla trasparenza nelle Onlus?
La quasi totalità delle Onlus è impegnata a “sopravvivere” perché raramente può contare su aiuti istituzionali e in questo ambito cerca di garantire la massima trasparenza. L’assoluta trasparenza di tutti è impossibile, ci sono sicuramente realtà che approfittano per speculare, ma fortunatamente si tratta di rari casi. Il bilancio di CasAmica da diversi anni è certificato da una società di revisione esterna: sul nostro sito sono pubblicati annualmente i bilanci e le rendicontazioni delle campagne istituzionali di raccolta fondi con il 5 per mille.
Un suo pensiero sulla Responsabilità Sociale delle Imprese?
Sicuramente è un aspetto che negli ultimi anni si sta affermando, lo testimoniano tutti i siti delle imprese. Questa evoluzione è sentita anche a CasAmica che può contare su tante aziende che sono sensibili alla nostra mission. Sono proprio queste aziende che supportano le nostre attività in modo continuativo mediante diverse iniziative (non solo di sostegno economico) ma anche attraverso il volontariato aziendale. La responsabilità sociale delle imprese può sicuramente essere migliorata: le imprese devono crescere nella consapevolezza che si tratta di un aspetto importante, rendendola un aiuto concreto e non puramente di facciata.
La sanità non riesce a garantire un’adeguata assistenza ai malati. Perché lo Stato è spesso assente in un settore dove dovrebbe garantire la massima efficienza?
Il discorso è complesso con cause profonde che toccano economia, politica e cultura, difficile rispondere in due parole. Noi tocchiamo con mano che non esiste omogeneità di opportunità nel nostro Paese: è come se esistessero due Italie, il diritto alla cura non è garantito in modo uguale a tutti i cittadini, questo non è accettabile. Non solo, anche nella nostra regione è in corso uno spostamento verso il privato… E questo ovviamente desta preoccupazioni.
Come reagiscono i bambini durante l’assistenza della malattia?
Fermo restando che i bambini hanno risorse che noi adulti a volte non immaginiamo, ognuno affronta la malattia in modo diverso, dipende dagli effetti che questa ha, dipende dall’età del bambino, dal momento della terapia. Quello che vediamo nei “nostri” bambini e che ci fa capire che stiamo lavorando nella giusta direzione è che nonostante il viaggio a Milano comporti preoccupazioni, paure, visite e terapie, quando tornano nella loro casa di Milano sono più tranquilli, aspettano di riprendere le attività, di ritrovare i volontari che sono i loro amici di Milano e gli spazi che sentono loro. Questo è sicuramente un grande sollievo anche per le famiglie che li accompagnano.