SOS LOGistica, connettere l’intera filiera per rendere il trasporto sempre più sostenibile

di Patrizia Tonin
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Accrescere la consapevolezza di piccole e medie imprese, pubbliche amministrazioni e consumatori finali sul valore della logistica e della supply chain. È questa – in ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale – la visione di SOS LOGistica, associazione italiana che raccoglie e promuove le migliori aziende, start-up ed esperti e tecnici di green logistics e mobilità sostenibile.

«SOS LOGistica – ci spiega il vicepresidente Renzo Provedel – è l’associazione italiana della logistica sostenibile. Nata nel 2005 a Genova, si rivolge a operatori logistici, gestori di infrastrutture, aziende manifatturiere, rivenditori e piattaforme di e-commerce. Una definizione semplice e irrituale della logistica è data da Jeremy Rifkin, il quale definisce l’economia come una triade di settori: l’energia, la comunicazione e… tutto il resto, cioè la logistica».

La sostenibilità è la volontà degli umani di consegnare alle prossime generazioni una Terra capace di soddisfare le loro esigenze ambientali e sociali: serve cioè un’alleanza sia con le nuove generazioni sia con la natura.

Il tema è complesso e questo è il motivo per cui SOS LOGistica è un’associazione aperta e sistemica, che accoglie persone e aziende provenienti dalla committenza, dalle operazioni di trasporto e di logistica, dalle imprese di assicurazione e dalla ricerca e università e che include, anche, molti giovani studenti.

Siete stati tra i primi in Italia a parlare di sostenibilità e a declinarla in progetti e soluzioni innovative. Ci potete portare degli esempi virtuosi, in particolare in green logistics e mobilità sostenibile?

Attraverso il Rating SOS LOGistica di Logistica Sostenibile – che certifica le aziende con eccellenti performance sostenibili – abbiamo conosciuto aziende che hanno realizzato progetti di collaborazione e d’integrazione con il territorio, con le comunità locali e con i consumatori. Tre gli esempi più virtuosi, innovativi e sostenibili che provengono dal mondo del trasporto: il Gruppo Maganetti, che sta trasformando la propria flotta di veicoli di trasporto da diesel a metano liquido acquistando il metano BIO con un accordo decennale; il Gruppo BOMI, che consegna prodotti medicali a casa dell’utente finale, con un controllo di qualità totale, garantendo le basse temperature di conservazione e con una formazione accurata di chi effettua le consegne a domicilio. Infine, l’azienda Casilli Enterprise che dispone di una flotta di veicoli dotata delle più innovative attrezzature in termini di sicurezza e controllo merce, monitorata da centrali operative e customer-service 24h.

Cosa significa promuovere e diffondere la cultura della sostenibilità?

Come associazione possiamo facilitare le connessioni tra numerose aziende e la diffusione di elevati standard che sono ben definiti a livello internazionale. “Tutto è connesso a tutto” è un valore di sistema che promuoviamo nella filiera logistica e che deve diventare un patrimonio di buone pratiche condivise.

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Photo: Pexels / David Dibert

Quali azioni ogni azienda può fare per soddisfare i valori connessi allo sviluppo sostenibile e alla CSR?

Per facilitare e misurare le prestazioni nella filiera logistica abbiamo generato un Rating per la Logistica sostenibile, che viene offerto alla aziende e che viene assegnato attraverso tre selezionati enti di certificazione (Bureau Veritas, Certiquality e BSI). Il Rating include e definisce 20 sfide, includendo in ciascuna sia la definizione del problema, sia le soluzioni. Il processo di verifica a cui si sottopongono le aziende, permette l’apprendimento organizzativo attraverso la lettura sistemica della intera filiera logistica e attivando in azienda un meccanismo di miglioramento dei processi. Il punteggio per ottenere il Rating è assegnato dalle società di certificazione, evitando ogni conflitto d’interesse per SOS LOGistica e garantendo gli standard internazionali di verifica.

Qual è il futuro della logistica sostenibile, tra Agenda 2030 e Green Deal Europeo?

Il “green deal europeo” traguardato al 2050 assegna diverse priorità:

  • passaggio alle energie rinnovabili e quindi anche alla mobilità elettrica/idrogeno
  • disaccoppiamento della crescita economica dalle emissioni di carbonio e dallo sfruttamento della natura
  • pulizia e tutela delle acque potabili e marine
  • economia circolare applicata ovunque
  • riduzione/azzeramento dell’inquinamento
  • tutela della biodiversità

Il Rating di Logistica sostenibile, di cui è stato fatto un rapido accenno, accoglie e integra gli standard dell’Agenda ONU 2030 e le policy europee del “Green Deal”. Inoltre esplora e misura i fattori cruciali dei processi logistici interni alle aziende che lo vogliano ottenere. Il modello di riferimento include i principi di economia circolare, quelli dell’innovazione aperta e dell’approccio sistemico, ossia i principi del “green deal europeo”.

 

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Renzo Provedel

Dalle considerazioni del vicepresidente Provedel si conferma la tesi secondo la quale il trasporto merci e la logistica in generale hanno un impatto molto forte sull’ambiente, al punto che la green logistics viene vista come una leva fondamentale per gestire la catena di fornitura nel rispetto dei principi ESG. Dal punto di vista operativo, per realizzare una logistica sostenibile è necessario favorire, da una parte, la collaborazione tra le imprese e la pubblica amministrazione e, dall’altra, lavorare sulle infrastrutture, così da favorire l’intermodalità per ridurre l’inquinamento, permettere lo spostamento del traffico dalle strade alle ferrovie e al trasporto marittimo, aumentare l’efficienza dei trasporti attraverso l’ottimizzazione dei carichi, dei percorsi e della localizzazione dei magazzini. In sintesi occorre dunque pensare in una logica di spesa energetica e di impatto ambientale per ogni fase del ciclo della supply chain. Smaltimento incluso.

Photo cover: iStock / Petmal

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