Claudio Riccardi, Prénatal Retail Group: «Produzione etica e impatto sostenibile. La redditività da sola non basta più»

di Valentina Tafuri
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Il responsabile Quality & CSR di PRG ci spiega che «la sostenibilità richiede tempo, ma l’impegno dobbiamo mettercelo fin da subito. Nel nuovo modello di business abbiamo integrato una serie di valori che non erano mai stati codificati in chiave ESG»

 

Non è un caso se la parola “responsabilità” rientra tra i termini che definiscono il Gruppo, insieme a generosità, passione, semplicità, mentalità aperta. Sono questi principi a guidare l’impegno di PRG, che riunisce diversi marchi di beni di consumo per la famiglia e i bambini dai primi giorni di vita all’infanzia: Prénatal, Bimbostore, King Jouet, Toys Center, Fao Schwarz e Maxi Toys. A breve sarà disponibile anche il Bilancio di Sostenibilità 2021 che rendiconta in modo puntuale l’impegno generale del Gruppo su questa importante tematica.

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Claudio Riccardi

Riccardi, che significato ha per il vostro Gruppo la Corporate Social Responsibility?

Significa evolvere il modello di business attraverso l’integrazione di valori che già facevano parte del Gruppo ma che non erano mai stati “codificati” nei termini di ESG. Inizialmente, infatti la responsabilità d’impresa si manifestava, anche timidamente, sotto forma di gestione responsabile del business a sostegno della comunità e della filiera produttiva. Quindi era una responsabilità di tipo sociale. Ora c’è l’integrazione con quella ambientale. Il tema rappresenta una grande sfida per tutti, che ciascuno deve cogliere con grande umiltà, mettendosi in gioco: perché non esiste una ricetta miracolosa.

Mettete in atto, dunque, sia iniziative che riguardano la responsabilità sociale che quella ambientale.

Ritengo che partire dal sociale sia stato un percorso naturale perché bisogna garantire innanzitutto la sicurezza e i diritti dei lavoratori dei paesi produttori, molti dei quali sono nel Far East. Prima di poter chiedere loro attenzione su tematiche ambientali di più ampio respiro, andavano risolti problemi più immediati e impellenti: viceversa sarebbe stato difficile avere attenzione sul futuro. Ora invece, possiamo avanzare richieste anche sulle tematiche ambientali e climatiche, a cui dovrà essere data la massima importanza.

Come perseguite questo obiettivo?

Abbiamo adottato una politica volta a garantire i diritti dei lavoratori e i principi di salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Per questo li informiamo esponendo la nostra politica nelle fabbriche e verifichiamo il rispetto di tali diritti tramite audit presso i fornitori. Abbiamo messo a disposizione un indirizzo email al quale il lavoratore può scrivere per esporre eventuali problematiche sorte nello stabilimento, garantendo la massima libertà della persona. Queste e altre iniziative simili rientrano nell’obiettivo di supportare una value chain responsabile.

Altro impegno di PRG Retail Group è fare buoni prodotti. Come si collega al tema della responsabilità?

Se in passato ci si accontentava di offrire prodotti che rispondessero alle esigenze delle famiglie a un prezzo corretto, oggi questo non basta più. Oggi vogliamo fare buoni prodotti tenendo conto della loro durata, dell’utilizzo delle risorse, del packaging, tutti aspetti che hanno impatto sull’ambiente. E vogliamo inoltre farli con una produzione etica.

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Nell’abbigliamento con il marchio Prénatal abbiamo lanciato una serie di giacche in poliestere proveniente dalle bottiglie riciclate e ci stiamo organizzando in ottica di eco-design, per produrre capi con materiali mono-fibra che possano essere facilmente riciclati. Nel 2021 abbiamo lavorato molto sul packaging, eliminando tutto quello che non era necessario e i materiali compositi, così da alleggerire le confezioni di vendita, sia in termini di materia prima che di costi: ciò consente di riciclare quanto più materiale possibile.

Ci accenna brevemente a come si concretizza la vostra responsabilità d’impresa per gli altri filoni che avete fissato? Cioè: combattere per un clima migliore e valorizzare le persone?

I nostri negozi, che hanno consumi elettrici alti, stanno subendo un ammodernamento dell’impiantistica e dell’illuminazione con l’adozione di soluzioni a basso consumo energetico. In Italia, inoltre acquistiamo solo energia da fonti rinnovabili: un fattore che ci ha consentito, negli ultimi due anni, di dimezzare le emissioni di CO2. E infine disponiamo di un parco auto quasi interamente ibrido.

Per valorizzare le persone invece?

Dal 2018 siamo al fianco de “I Bambini delle Fate” con l’obiettivo comune di dare sostegno economico a progetti e percorsi di inclusione sociale, come le Banche del Tempo Sociale o PizzAut, per le quali organizziamo delle raccolte fondi nei negozi Toys Center e Bimbostore. Abbiamo inoltre affidato alcune lavorazioni a gruppi sociali che impiegano persone diversamente abili e da quest’anno, con l’insegna Prénatal, abbiamo dato il via a una nuova sponsorship al fianco di Fondazione Umberto Veronesi che, con Gold for kids, sostiene l’oncologia pediatrica attraverso il finanziamento in favore di eccellenti ricercatori. Sicuramente è fondamentale la cooperazione di tutti gli stakeholder: fornitori, consumatori, istituzioni devono essere coinvolti per ottenere il cambiamento, che è, sostanzialmente, culturale.

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Questo è appunto l’ultimo ma non meno importante, caposaldo della vostra policy di sostenibilità: crescere responsabilmente insieme.

Esattamente. Oggi, oltre a valutare la redditività di un progetto, ci si deve chiedere anche come impatta sulla società, sull’ambiente, sul clima e si devono valutare le alternative per ridurre quell’impatto. Questo però deve essere uno sforzo condiviso. Da qui l’invito (e auspicio): “Let’s grow together“.

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