Pio Istituto Sordi, ascoltare le esigenze di chi non può sentire. Con progetti, bandi e donazioni

di Valentina Tafuri
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«La persona sorda al centro è il motto del PIS» afferma il direttore generale del Pio Istituto Sordi, Stefano Cattaneo, che aggiunge: «Qualunque azione o progetto che sia a vantaggio della persona sorda, di ogni età e di ogni condizione sociale o provenienza, è nel nostro raggio di interesse». A partire dal bando per l’inclusione sociale che scade il 30 giugno.

 

Il Pio Istituto Sordi, una realtà a sostegno di una disabilità che non si palesa in maniera immediata alla società. Come e quando è nato?

Il Pio Istituto Sordi nasce a Milano nel 1854 per volontà di un benefattore, il Conte Paolo Taverna, per occuparsi dei bisogni delle persone sorde, specialmente le più povere. La denominazione esatta infatti era “Pio Istituto Sordomuti Poveri di Campagna” perché destinato proprio ad accogliere i meno abbienti della provincia. L’Istituto fu affidato alla guida di Don Giulio Tarra che negli anni diventerà uno dei più noti referenti sull’educazione dei sordi con il metodo orale puro a livello internazionale.

Come è cambiato il suo operato con gli anni?

Nel tempo l’Istituto ha cambiato veste perdendo nel 1994 la sua funzione pedagogica a seguito della legge 4 agosto 1977, n. 517 sull’integrazione scolastica e diventando poi Fondazione. Oggi eroga risorse e servizi in favore dell’inclusione sociale delle persone sorde ed è un ente di riferimento per sordi e loro famiglie, enti pubblici e privati.

Qual è la dimensione del fenomeno in Italia e perché nasce il PIS?

In Italia le persone che hanno una perdita uditiva sono circa 5 milioni di cui il 75% ha una perdita uditiva leggera o media e il 5% grave o profonda. Esistono inoltre almeno 90mila persone (certificate INPS) con disabilità uditiva intorno al 1,5%. La maggior parte di loro ha perso l’udito dopo l’acquisizione del linguaggio, soprattutto a partire dai 50 anni di età. Un terzo delle persone sopra i 65 anni convive con una perdita di udito.

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Una disabilità molto diffusa quindi.

La sordità neonatale è la più frequente disabilità sensoriale congenita e, sempre secondo l’OMS, incide in circa 1-4 casi ogni mille abitanti. Perdere l’udito in età precoce spesso significa incorrere in difficoltà di acquisizione del linguaggio con tutto ciò che ne consegue: disagio, rischio di isolamento, difficoltà di comunicazione e relazione. Il PIS nasce in un contesto storico ben diverso da quello odierno, tuttavia ha saputo reinterpretarsi per continuare a rispondere ai bisogni delle persone sorde e per stare al fianco di chi convive, direttamente o indirettamente, con questa disabilità invisibile.

In che direzione svolgete le vostre attività?

Da Statuto, La Fondazione Pio Istituto dei Sordi è un Ente non profit e persegue “finalità di solidarietà sociale, di promozione e realizzazione di servizi e interventi a favore di persone in stato di disabilità uditiva, favorendo percorsi di inclusione sociale attraverso forme globali di sostegno alla persona” in ambito culturale, educativo e formativo, religioso, ricerca e sviluppo, sociale e ricreativo, socio-sanitario e/o socio-assistenziale, sportivo, collaborando con enti pubblici o privati. 

Quali sono quelle principali?

Il Pio Istituto dei Sordi sostiene la realizzazione di eventi, manifestazioni e iniziative di sensibilizzazione sulla sordità o che garantiscano l’accessibilità dei propri contenuti attraverso patrocini, contributi e uno strumento specifico per il territorio della città di Milano: il fondo aperto presso la Fondazione di Comunità la cui dotazione è sempre incrementabile con ulteriori contributi liberali. Realizza poi direttamente attività istituzionali e progetti per rispondere ad alcuni bisogni specifici rilevati attraverso il suo operato, come il servizio di distribuzione gratuita di mascherine trasparenti e la consulenza psicologica gratuita nata durante l’emergenza sanitaria da Covid19. C’è inoltre il sostegno ad atleti e atlete con disabilità, che grazie anche alle attività di pratica sportiva promosse dal PIS hanno portato in Italia 23 medaglie dalle ultime Olimpiadi dei Sordi (1-15 Maggio Caxias do Sul, Brasile). O ancora l’installazione di pannelli a induzione magnetica in alcuni uffici comunali della Lombardia.

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Avete anche dei bandi in scadenza?

Al momento, oltre a quelli nazionale e milanese per le organizzazioni del terzo settore – quello su Milano che sostiene progetti per l’inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva scade tra pochi giorni, il 30 giugno – è aperto un bando per borse di studio in favore di studenti universitari con disabilità uditiva (scadenza 30 settembre 2022) rivolto ad allievi universitari sordi iscritti a corsi di laurea 2021/2022 presso le università italiane pubbliche e private.

Quante persone beneficiano del vostro supporto? Attraverso quali strutture siete presenti in tutta Italia?

L’attività erogativa in generale è aperta a tutto il territorio nazionale e ogni progetto è candidabile, se afferente agli ambiti sopra descritti. La persona sorda al centro è il motto del PIS: quindi qualunque azione o progetto che sia a vantaggio della persona sorda, di ogni età e di ogni condizione sociale o provenienza, è nel nostro raggio di interesse. Il PIS partecipa stabilmente anche al Tavolo Disabilità sensoriali della Comune di Milano, fa parte di UNEBA Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza sociale, ed è membro della commissione Gioco al Centro – Parchi Gioco per Tutti della Fondazione di Comunità Milano Città Sud Ovest ed Est Martesana.

La vostra opera si svolge solo in Italia?

Siamo presenti anche fuori dal territorio nazionale, grazie al sostegno dato ai progetti all’estero – solo in Israele sono seguiti ben 150 ragazzi sordi – ma ce ne sono attivi al momento anche in Camerun, in Ghana e in Benin.

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Le previsioni parlano di incremento della sordità nel prossimo futuro.

La condizione della sordità è tanto diffusa quanto sommersa. Secondo l’OMS, nel mondo sono circa 460 milioni le persone in condizione di perdita dell’udito di cui 34 milioni in età infantile, con un progressivo incremento nel prossimo futuro. Mentre per i disagi sui luoghi di lavoro sono stati predisposti nel tempo presidi a tutela del rumore, una delle condizioni di rischio sottovalutata è sicuramente l’uso delle cuffiette per ascoltare la musica ad alto volume tipico dei giovanissimi.

Cosa di può fare per evitare questo aumento?

Una delle vie è sicuramente quella della corretta informazione e formazione, sul luogo di lavoro, nelle scuole, nelle RSA, attraverso pubblicazioni e convegni. In questo senso il nostro Istituto è attivo nel promuovere e garantire occasioni di studio, di confronto e di sensibilizzazione proprio su questi temi, anche attraverso il sito internet, la newsletter mensile e la rivista periodica, oltre che con un contatto diretto e continuo con l’esterno attraverso il suo staff e i suoi benemeriti. Anche il Premio Tarra – nato in collaborazione con il Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – ha l’obiettivo di tenere un riflettore puntato su indagini e lavori scientifici legati al tema della sordità: questo avviene attraverso le attività di studiosi e accademici di diverse discipline (pedagogiche, mediche, linguistiche, psicologiche, sociologiche, storiche, ingegneristiche, informatiche e altre).

La nostra priorità, storicamente fondata, resta tuttavia quella di favorire le migliori condizioni per una reale inclusione della persona con disabilità uditiva. È con questo spirito che ogni anno il PIS mette a disposizione una rilevante dotazione economica, proprio per permettere alle organizzazioni del terzo settore di rispondere ai bisogni delle persone sorde sui territori, rendendole parte attiva e coinvolta di processi capaci di generare empowerment.

Come si sostiene e cosa si può fare per supportare l’attività del PIS?

Il PIS realizza le proprie attività principalmente con fondi propri e donazioni dei benefattori: per questo la gestione oculata e quotidiana del proprio patrimonio, sia immobiliare che liquido, è fondamentale. In alcuni casi, per incrementare le dotazioni dell’attività filantropica generale, si ricevono anche donazioni dirette o lasciti testamentari, in questi casi è possibile mettersi direttamente in contatto con la Fondazione.

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Il Fondo Sordità Milano è stato costituito dal PIS nel 2019, nella Fondazione di Comunità Milano, a dieci anni dalla ratifica da parte del nostro Paese della Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità. L’intento è di continuare l’opera in memoria dei benefattori milanesi, contribuendo alla tutela dei diritti delle persone con disabilità. Il fondo accoglie in qualunque momento dell’anno donazioni che ne possano incrementare la dotazione in favore delle organizzazioni no profit che ne facciano richiesta. Questa è la pagina da cui è possibile fare la propria donazione.

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