Nato principalmente come babysitteraggio per mamme sole e immigrate in condizioni di povertà, il progetto Oasis è diventato un’autentica eccellenza nel campo dell’educazione all’infanzia.
L’Associazione, nata a Genova nel 1994, oggi gestisce, in collaborazione con la Cooperativa diocesana Il Sentiero del Movimento Ragazzi, due asili nido da circa 25 bambini ciascuno. Ed è riuscita a realizzare un piccolo miracolo: una struttura di altissimo livello, rigorosamente ispirata al metodo Montessori, che accoglie bambini di estrazione modestissima insieme a quelli della “Genova bene”.
Con una sostanziale differenza: chi può paga la retta, chi non può, invece, paga secondo le proprie possibilità, fino a chi, sostanzialmente, ha la possibilità di mandare il figlio al Nido gratuitamente, grazie a una copertura della retta in parte dall’associazione, in parte dai rimborsi statali e per il resto grazie a una convenzione stipulata con il Comune.
«Siamo riusciti a realizzare un’esperienza di integrazione forse unica in Italia – dice con orgoglio un volontario dell’Associazione, Gianluca Tardivelli – con un fortissimo impatto sociale. Il risultato è che da noi l’educazione di eccellenza è diventata alla portata di tutti».
All’inizio, grazie ad un gruppo di volontari, nasce il servizio di babysitting gratuito rivolto alla fascia 0/3 anni per consentire alle mamme in difficoltà, spesso sole, di poter lavorare e dunque provvedere al proprio sostentamento e a quello del bambino. Nel tempo lo spirito educativo si è evoluto e nel 2005 è stata ufficializzata la qualifica di Asilo Nido. L’obiettivo è dare sostegno concreto a persone svantaggiate affinché possano inserirsi nella comunità che li ha accolti.
L’educazione di eccellenza e l’integrazione sociale restano il cuore del progetto. Ma c’è molto di più.
Col tempo abbiamo aperto un vaso di Pandora – aggiunge Tardivelli – perché si è creato un rapporto umano tra i genitori più fragili e i volontari dell’associazione, che è stata quindi presa come punto di riferimento e richiesta di supporto per i diversi aspetti della vita quotidiana. Abbiamo quindi capito che potevamo fare di più per aiutare queste famiglie, composte per lo più da mamme giovani e sole. Molto spesso abbiamo a che fare con persone appena arrivate in Italia che non parlano nemmeno la nostra lingua. I volontari le prendono in carico e le accompagnano nel percorso di inserimento: i bisogni sono molteplici, dalla richiesta del permesso di soggiorno fino all’ottenimento del bonus nido per il rimborso della retta del Nido a cui hanno diritto. In questo modo si crea un meccanismo attraverso il quale l’associazione anticipa la retta di settembre, in attesa dei rimborsi che arriveranno nei mesi successivi. Poi a giugno dell’anno dopo, il cerchio si chiude con la restituzione del prestito. Non solo, abbiamo costituito una rete locale sfruttando le conoscenze che ognuno di noi aveva in ambito specialistico: dal pediatra al consulente legale, dal corso di italiano all’assistenza sul lavoro. Non vogliamo fare assistenzialismo, ma sostenere queste persone svantaggiate affinché possano prima possibile camminare sulle loro gambe.
Anche il meccanismo dell’inserimento al nido si basa su un circuito virtuoso.
È proprio così. Come sa oggi esistono i bonus per l’infanzia che di fatto coprono parte della retta del nido, ma la procedura per ottenerli è piuttosto complicata. Tenga presente che abbiamo a che fare con soggetti molto fragili, talvolta dalle minime conoscenze. C’è un lavoro di presa in carico del nucleo familiare da parte dei nostri volontari, che accompagnano le famiglie in un percorso di inserimento e di autonomia.
Attualmente, sono in corso i lavori di ristrutturazione per ampliare una delle due strutture e portare così la capienza a quasi settanta bambini complessivamente tra i due Nidi. Ulteriore motivo di orgoglio per un progetto di grande portata per la città di Genova.
Guardi – precisa – negli anni 2000 il nostro asilo rischiava di essere considerato un “ghetto” perché accoglieva per la maggior parte bambini immigrati. Ma noi ci abbiamo sempre creduto e oggi, grazie all’altissima qualità educativa che garantiamo alle famiglie tramite educatrici formate e grazie alla cura dei volontari, anche i genovesi fanno a gara per inserire i loro figli da noi. Questo chiude il cerchio, perché oggi possiamo dire di aver generato un esempio concreto di integrazione sociale di grande impatto.
Per il 2023 si lavora a un progetto di ancor più ampio respiro: uno sportello per genitori (chiamato Progetto Insieme) per abbracciare tutta la città di Genova.
A seguito dell’esperienza vincente di presa in carico dei genitori dei bimbi che frequentano i nostri nidi, vorremmo poter creare una sorta di cabina di regia a livello cittadino – conclude Tardivelli – che prenda in carico tutte le famiglie fragili che hanno bambini nella fascia 0-3 anni, e le indirizzi verso i servizi esistenti facenti parte della rete solidale costruita, tenendo noi il filo della situazione del nucleo familiare. Magari con la possibilità dell’adozione a km 0, pagando una parte della retta del nido affinché sempre più piccoli che partono da una situazione di grande svantaggio abbiano almeno pari condizioni di accesso alla prima parte della loro educazione. Ci stiamo provando e ovviamente abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per continuare a fare un pezzo di strada insieme alle famiglie in difficoltà e metterli nelle condizioni di poter fare da soli.