Intervista alla fondatrice della cooperativa sociale che aiuta adulti e bambini con difficoltà cognitive. «Lavoriamo anche con adulti che hanno subìto un ictus o ragazzi affetti dalla sindrome di Down. Con il nostro metodo le persone migliorano la qualità della vita e la capacità di adattarsi a situazioni impreviste».
Fondata da Nicoletta Lastella, la cooperativa “Sviluppo Cognitivo” offre un percorso di training cognitivo personalizzato. Insieme a un laboratorio di studio per bambini e ragazzi – basato sull’attivazione delle funzioni cognitive – la cooperativa si impegna nella responsabilità sociale, raccogliendo fondi tramite piattaforme online come TrustMeUp.
Come è nata l’idea di creare la cooperativa sociale “Sviluppo Cognitivo”?
La mia esperienza personale come madre di Davide, un ragazzo Down di 29 anni, mi ha portato a cercare di fare del mio dolore un dono per gli altri. Ho voluto utilizzare la mia formazione e la mia esperienza per aiutare altre persone con difficoltà cognitive.

Famiglia Lastella con il figlio Davide
Parliamo della sua esperienza con il “Metodo Feuerstein”.
Abbiamo portato mio figlio Davide dal professor Feuerstein a Gerusalemme quando aveva 3 anni e mezzo: in seguito ho iniziato a formarmi come applicatrice del Metodo. Abbiamo visto risultati notevoli grazie al potenziamento cognitivo e abbiamo deciso di creare una associazione di volontariato e poi una cooperativa sociale per aiutare altre persone.
Che cos’è il nuovo metodo che avete scoperto, il “Brain Rx”?
Il “Brain Rx” è un metodo americano molto potente che ci ha permesso di ottenere risultati scientificamente misurabili attraverso il “Gibson Test”. Questo test analizza sette differenti fattori e ci permette di creare un percorso personalizzato in base alle carenze individuali. Anche questo metodo si basa sul training cognitivo e utilizza il metronomo per migliorare l’attenzione e la scansione del tempo.
Come si svolge il percorso di training cognitivo con il metodo “Brain Rx”?
Prima di iniziare si svolge il Gibson Test per individuare le carenze individuali. Poi si inizia il percorso di allenamento che può essere fatto sia in presenza che online. Dopo il percorso si svolge nuovamente il Gibson Test per misurare i miglioramenti del Q.I. che sono misurabili in tutti i casi.
E i risultati sono duraturi nel tempo?
Sì, tutti rinnovano con dei “Booster” di 36 o 50 sessioni questo percorso di training cognitivo attraverso il metodo “Brain Rx”. Tutti vedono che la qualità della vita migliora tantissimo, tutti sono molto più efficienti e solidi.
Come funziona il vostro intervento con adulti che hanno subito un ictus?
Lavoriamo con gli adulti che hanno subito un ictus, aiutandoli a recuperare le funzioni cognitive che potrebbero essere state compromesse. Ci sono casi in cui i nostri utenti sono riusciti a raggiungere risultati sorprendenti, come riprendere la patente di guida, grazie alla loro persistenza nell’allenamento cognitivo.
Avete anche lavorato con ragazzi affetti dalla sindrome di Down. Come li aiutate a mantenere l’elasticità mentale?
I ragazzi affetti dalla sindrome di Down producono una quantità elevata di radicali liberi, che possono compromettere la loro funzione cognitiva. Il nostro intervento si basa sull’allenamento cognitivo continuo, che aiuta a mantenere l’elasticità mentale, necessaria per una vita normale. L’allenamento continuo è fondamentale per contrastare l’invecchiamento cerebrale precoce che colpisce questi ragazzi già a partire dai 12 anni.
Questo metodo, dunque, può aiutare concretamente le famiglie?
Abbiamo una storia molto significativa che riguarda il nostro figlio Davide, che come dicevo è affetto dalla sindrome di Down. Grazie alle attività di training cognitivo che implementiamo, siamo riusciti a migliorare la sua qualità della vita e la sua capacità di adattarsi a situazioni impreviste. Davide è il collante della nostra famiglia, che è diventata ancora più unita grazie al suo coinvolgimento nelle attività dei suoi fratelli. Siamo molto orgogliosi di essere riusciti a creare un impatto positivo sulla vita di Davide e di tante altre persone attraverso il nostro lavoro.
Come funziona il vostro laboratorio di studio per bambini e ragazzi?
Abbiamo un Laboratorio Compiti in cui insegniamo un metodo di studio applicabile ai bambini e ragazzi, dalle elementari alle superiori. Questo metodo si basa sull’attivazione delle funzioni cognitive attraverso attività metacognitive, che sono moduli progettati in collaborazione con i tirocinanti delle università. Siamo convenzionati con le università Bicocca, Cattolica ed e-Campus e anche dall’ordine degli psicologi della Lombardia. Offriamo questo laboratorio sia in presenza che online, per garantire un accesso facile e conveniente ai nostri utenti.
In che modo raccogliete fondi per la vostra cooperativa sociale?
La raccolta fondi la facciamo tramite la piattaforma di “Trust me up”, ma siamo soltanto agli inizi. La maggior parte dei fondi ci arrivano in maniera tradizionale, tramite le donazioni dei nostri assistiti e i loro parenti e amici. Abbiamo chi ci supporta come singolo donatore per il singolo progetto. A Natale ad esempio organizziamo dei banchetti di raccolta. Il nostro progetto sociale più conosciuto è il “Laboratorio Compiti”, che cerchiamo di mantenere alla portata di tutti.
Come utilizzate la tecnologia per migliorare il vostro lavoro?
Utilizziamo ampiamente i servizi di TechSoup, un’impresa sociale che supporta le organizzazioni no profit a sfruttare la tecnologia digitale per ampliare il proprio impatto. Grazie a TechSoup abbiamo accesso a pacchetti gratuiti o molto convenienti di software per la gestione e la pubblicità, offerti da Big Tech come Google e Microsoft. Ad esempio, abbiamo installato Office 365 con la funzionalità cloud e One Drive, rendendoci completamente autonomi per quanto riguarda la gestione dell’IT. In caso di problemi, possiamo sempre contattare un’altra cooperativa che utilizza TechSoup e che ha un sistema IT in cui lavorano persone svantaggiate. Inoltre, è stato proprio grazie a loro che abbiamo scoperto i prodotti più adatti alle nostre esigenze.
Cosa pensa della responsabilità sociale delle organizzazioni non profit?
Siamo attivi nel settore no profit dal 1996 e ho visto molte cose poco trasparenti. Troppo spesso, si chiede sostegno per una causa, ma non si sa poi dove finiscono i fondi. Inoltre, le grandi organizzazioni devono spesso relazionarsi con la politica e l’economia, e a volte mi chiedo se ci siano conflitti di interesse o mancanze di trasparenza. Tuttavia, ci sono molte realtà in Italia che operano con grande efficienza. La responsabilità sociale è importante per tutti noi, perché siamo parte di un tessuto sociale interconnesso. Ognuno deve fare la propria parte.