La passione per gli occhiali si coniuga con azioni concrete per la sostenibilità: plastica rigenerata per realizzare collezioni, progetti di rimboschimento in Africa e di impegno sociale in Italia, abbattimento dell’impronta ecologica anche grazie alla riduzione del packaging. Intervista a Monica Salvestrin Brogi, fondatrice di Nau!, il primo brand Italiano di occhiali con negozi esclusivi in tutto il mondo.
Si chiama Nau!, un nome che ricorda la pronuncia dell’avverbio inglese now: adesso.
Che il tempo di agire per il bene comune sia adesso, da Nau! sembrano averlo capito sin dall’inizio. È quello che ci racconta Monica Salvestrin Brogi, che ha fondato l’azienda, che produce occhiali di design a prezzi facili, insieme al marito, con l’idea di farne un’impresa sostenibile e socialmente responsabile. L’azienda che ha registrato nel 2021 un fatturato di 30 milioni di euro, ha 750 addetti – tra diretti e affiliati – e una rete di 170 negozi di cui il 30 per cento è in franchising.
«Anche la scelta di offrire un prodotto di qualità a un costo sostenibile rientra nell’attenzione alle persone che ci caratterizza» commenta la Brogi, che è anche l’Executive Board Member dell’azienda. «Un piccolo gesto nei confronti delle persone è l’iniziativa “Nau! Prezzo Zero”: chi viene nei nostri negozi con la prescrizione del medico oculista, può acquistare un paio di occhiali da vista senza pagare la montatura. In questo caso, la offriamo noi. È un modo per incentivare le persone a effettuare controlli specialistici periodici e a prendersi dunque cura della propria vista».

Monica Salvestrin Brogi
Da dove arriva questa vocazione alla sostenibilità?
Da una convinzione profonda e sincera che non si possa fare business senza preoccuparsi di quello che ci è intorno, dalle persone all’ambiente. La sostenibilità è entrata, fin da subito, nel nostro business model. Oggi c’è molto greenwashing, slogan di marketing per affermare di essere sostenibili: noi lo siamo davvero. Già dopo due anni dalla nostra nascita, nel 2007, abbiamo lanciato la prima collezione di occhiali realizzata con l’86% di materia prima costituita da plastica rigenerata. Inoltre con il progetto “Ocean Plastic”, realizziamo occhiali prodotti con il 30% di bottiglie in plastica PET raccolte in mare.
Lo scorso giugno siete diventati carbon neutral. Cosa significa per voi?
Significa impegnaci ancora di più per l’ambiente. In particolare, realizzare progetti per assicurare la compensazione dell’anidride carbonica utilizzata per le nostre produzioni. Per questo motivo, per il 2022-23 abbiamo selezionato il progetto di rimboschimento di un’area dell’Uganda orientale – Bukaleba – territorio con uno dei più alti tassi di deforestazione al mondo. Un progetto per il quale NAU! ha già stanziato i fondi per compensare due milioni di chilogrammi di CO2 entro maggio del 2023. Abbiamo festeggiato questo traguardo con una collezione dal nome evocativo: Joy. Poiché siamo anche legati al nostro territorio, abbiamo anche piantato 100 alberi nel parco del Campo dei Fiori, nelle valli varesine, che in seguito a un incendio doloso aveva perso 60 ettari di bosco.
Tutto questo significa che anche il settore moda può essere sostenibile…
Deve esserlo. Potrà non essere semplice, ma occorre sforzarsi e il risultato sarà ancora più soddisfacente quando arriverà. Noi lo facciamo ricercando e utilizzando materiali più green, riciclando, contenendo gli sprechi energetici e di materie prime: ad esempio riducendo il packaging e abbattendo la nostra impronta ecologica. La pandemia ci ha resi tutti più consapevoli della necessità di trattare bene la nostra terra e si percepisce un desiderio di stabilità che si riflette anche nella moda con il ritorno a linee di design di un tempo, al vintage, a forme rassicuranti.
Non esiste però solo l’ambiente, sostenete anche progetti di sostenibilità sociale?
Certamente. Sostenibilità sociale per noi significa tutela e inclusione delle persone che hanno bisogni speciali. Sosteniamo la Cooperativa sociale Homo Faber – Centro Gulliver di Varese, che è un polo di recupero per persone affette da dipendenze: l’associazione le aiuta a reinserirsi nella società e in un contesto lavorativo dopo periodi di inattività dovuti a vicende di vario tipo (come il carcere o l’aver vissuto in comunità terapeutiche). Inoltre fornisce supporto alle famiglie di queste persone. Siamo anche riconosciuti come sede dell’alternanza scuola-lavoro. Questo per noi è molto importante perché si crea uno scambio costruttivo per i giovani che fanno quest’esperienza e per noi che riceviamo da loro tanti stimoli e ispirazioni.