Intervista a Francesco Terreri, presidente dell’Associazione Microfinanza e Sviluppo onlus che sostiene le idee dei piccoli imprenditori e aiuta le persone a ottenere l’autonomia economica tramite progetti di microcredito e educazione finanziaria.
L’Associazione Microfinanza e Sviluppo Onlus, con sede legale a Trento e una sede operativa/amministrativa a Vicenza, opera in tutt’Italia e nei Paesi in via di sviluppo per promuovere progetti di microcredito, educazione finanziaria e di sostegno alle microimprese e ai soggetti economicamente fragili (detenuti, immigrati, disoccupati, casalinghe…).
Oltre alle iniziative di formazione e ricerca nel campo della microfinanza e delle problematiche legate allo sviluppo, l’associazione utilizza la tecnologia e le campagne social in collaborazione con altri enti del terzo settore, banche e fondazioni, per sensibilizzare più persone possibili sui temi del risparmio e dell’esclusione finanziaria. Di questi e altri progetti che l’associazione porta avanti, abbiamo parlato con Francesco Terreri, presidente della onlus dall’inizio degli anni 2000.
Francesco, come nasce la vostra onlus?
L’associazione nasce nel 2002 con sede legale a Trento e opera attivamente anche dalle sedi di Vicenza e Milano. Da associazione, siamo diventati una onlus più avanti, circa 10 anni fa, con gli opportuni passaggi di legge. Parallelamente all’associazione, abbiamo fondato Microfinanza srl, una società di consulenza in microcredito e finanza con professionisti del settore che sostengono vari progetti di microfinanza nel mondo.
Perché avete deciso di fondare un’associazione, ora onlus, che si occupa di finanza e microcredito?
Noi fondatori veniamo più o meno tutti dal mondo della cooperazione allo sviluppo o dalla finanza etica o dal commercio equo solidale degli anni ’90. Alcuni di noi hanno partecipato alla sua fase di avvio della Banca Popolare Etica, un istituto di credito, costituito in forma di società cooperativa per azioni, fondato nel 1999; altri di noi derivano da attività legate al commercio equosolidale. Nella seconda metà degli anni 90’, il microcredito è diventato un po’ noto ma non c’erano ancora degli strumenti informativi e operativi che potessero sostenere il prestito delle persone normalmente non considerate dalla finanza. Volevamo colmare questa lacuna e promuovere iniziative per accompagnare e rafforzare le risorse degli attori nascosti e trascurati dal mondo finanziario.
Più nel dettaglio, come e dove operate?
L’associazione, nel suo piccolo, promuove delle iniziative per sensibilizzare le persone riguardo alla finanza personale e in particolare al microcredito, cercando di volta in volta i fondi e alleandosi con altre associazioni nazionali. Promuoviamo anche iniziative di educazione finanziaria, formazione e ricerca nel campo della microfinanza e delle problematiche legate allo sviluppo. Infine, supportiamo lo sviluppo economico dei Paesi in via di sviluppo, attraverso attività di Cooperazione Internazionale basate sulla microfinanza.
In Italia, in particolare, proponiamo attività di incontri e approfondimento nel Nord e Centro Italia (Veneto, Trentino, Emilia Romagna, Lombardia). All’estero siamo presenti nell’area mediterranea e nei paesi nel Sud del mondo (Tunisia, Marocco…). Ci rivolgiamo principalmente a donne imprenditrici, o aspiranti tali, lavoratrici domestiche, giovani disoccupati, microimprese, cooperative sociali e negli anni passati, agli immigrati. Collaboriamo con altri enti del terzo settore per il reinserimento sociale di detenuti perché spesso, scontata la pena, devono essere aiutati a trovare casa e lavoro.
Quali sono i progetti e le iniziative principali della onlus?
Una delle nostre principali attività è l’accompagnamento, il tutoraggio e la formazione di piccoli imprenditori riguardo al microcredito: come richiedere, ottenere un prestito e come gestire la propria attività (business plan, adempimenti fiscali…). A tale scopo, l’Associazione si appoggia operativamente ai suoi soci, consulenti con esperienza internazionale, legati principalmente alla società Microfinanza, e si avvale di alcuni strumenti come lo StarToolkit, per prevedere e monitorare la sostenibilità economica delle imprese.
Lo StartToolKit è stato testato e applicato con successo sul campo con diverse cooperative e PMI operanti in diversi contesti rurali e urbani. È altamente flessibile e un valido aiuto per gli imprenditori nel determinare le stime finanziarie e il livello break-even, generando un business plan tramite un metodo intuitivo che segue previsioni realistiche, basate sull’esperienza e la conoscenza tecnica degli imprenditori. Il metodo, oltre a fornire stime finanziarie coerenti e definire il reale bisogno finanziario dell’impresa, misura l’abilità dell’imprenditore di organizzare e capire i processi essenziali del proprio business e le aree specifiche nelle quali necessità di maggior supporto. Lo strumento incorpora un sistema di monitoraggio sui risultati economici che possono facilmente essere usati dall’imprenditore.
Secondo l’Istat, nel 2021 il numero di poveri assoluti è aumentato del 9,4% passando dai 4,6 milioni del 2019 ai 5,6 milioni, a causa della pandemia. Con il rincaro delle bollette e del costo delle materie prime, il fenomeno potrebbe peggiorare ancora nel corso del 2022. Quali strumenti adoperate per dare supporto alle persone in questo periodo storicamente ed economicamente difficile?
Affrontiamo il tema dell’esclusione finanziaria durante le nostre sessioni di formazione, notando un aumento notevole del problema, d’accordo con i dati Istat. L’esclusione finanziaria non riguarda solo l’esclusione dai finanziamenti da parte delle banche ma anche come gestire il credito per evitare il sovraindebitamento e come individuare l’erogatore del credito giusto (quali banche e società finanziarie sono più disponibili a finanziare soggetti economicamente fragili).
Già da tempo, abbiamo ideato il QEF, un toolkit di educazione finanziaria finalizzato a potenziare le capacità finanziarie e il capitale sociale delle persone, una sorta di quaderno di educazione finanziaria, composto da moduli di formazione, esercizi, giochi, strumenti pratici per la pianificazione delle spese e la gestione dei risparmi (incluso un quaderno dei conti), moduli di formazione online, organizzato in cinque macro-categorie.
Le categorie comprendono diversi argomenti: come si monitorano le tasse e come effettuare la dichiarazione dei redditi, come gestire le spese per l’abitazione, per i figli, per il trasporto e per i beni generali. Diamo anche delle dritte su come organizzare piani assicurativi e pensionistici, oltre che strumenti di investimento.
Più recentemente stiamo promuovendo una campagna attraverso i social network, legata al progetto nazionale Riparto, messo in piedi con l’aiuto delle ACLI nazionali e del Movimento Consumatori. Il progetto offre a cittadini e piccole imprese servizi gratuiti di consulenza per prevenire e contrastare il problema del sovraindebitamento. Nasce con l’intento di aprire dei veri e propri sportelli di consulenza per chiunque si trovi in difficoltà. Infine, abbiamo attivato il progetto IncludiMI.
Di cosa si tratta, nello specifico, il progetto IncludiMI?
Lo abbiamo realizzato Insieme ad Experian e a Microlab. IncludiMI si inserisce nel programma United for Financial Health di Experian e mira a consentire l’inclusione finanziaria di fasce di popolazione vulnerabili ovvero i NEET (giovani che non lavorano e non impegnati in percorsi di formazione), caregiver stranieri (colf e badanti) e donne vittime di violenza. Il progetto si articola in diverse iniziative (corsi, mentoring, messa a punto di strumenti di educazione finanziaria) e ha dato vita all’app IncludiMI che aiuta a esercitarsi nell’amministrare i propri soldi, tenendo traccia delle proprie entrate e uscite, direttamente dal cellulare o tablet. Inserendo entrate e uscite, si ottiene un bilancio personale o familiare attendibile: aggiornandolo quotidianamente, l’app genera il bilancio in tempo reale e mostra il saldo. L’uso dei colori verde e rosso evidenza senza ombra di dubbi se il saldo è positivo o negativo. Dopo il primo mese di utilizzo e di inserimento dei dati, si ottiene un Credit Scoring, cioè una valutazione della propria capacità di gestire bene i propri soldi. L’uso dell’app IncludiMI può aiutare molte persone a migliorare la gestione dei propri soldi e del proprio bilancio familiare oltre che dimostrare di essere capaci di disporre bene delle proprie risorse economiche senza indebitarsi.
Qual è la vostra esperienza con il digitale nella raccolta delle donazioni?
Le nostre principali donazioni vengono dalle fondazioni o dalle Regioni. Il digitale ci ha aiutati a rafforzare la nostra comunicazione, a farci conoscere da più persone possibili, ad avere maggiori contatti. A oggi non abbiamo avuto molti aiuti economici da privati ma grazie ai social, le attività dell’associazione hanno ricevuto maggiore attenzione.
Cosa pensa della trasparenza nelle Onlus e della Responsabilità Sociale delle Imprese?
La situazione è migliorata rispetto a qualche anno fa perché oggi le persone in generale pretendono di più tramite il digitale, tendono a informarsi in modo autonomo e hanno bisogno di una maggiore trasparenza. Questo ha portato a essere più rigorosi anche nel regolamentare la trasparenza degli enti del terzo settore. Per ciò che riguarda la CSR, penso che le imprese stiano mostrando una maggiore attenzione al tema della responsabilità sociale, specialmente, negli ultimi anni. Abbiamo ricevuto diverse richieste da parte di molte aziende, soprattutto i consorzi, per effettuare delle consulenze proprio sulla sostenibilità sociale d’impresa.