Mappare le aree vulnerabili del mondo con gli strumenti della cartografia digitale: questa la missione di Map For Future, un laboratorio di volontariato che sostiene la cooperazione e lo sviluppo in aree svantaggiate della Terra.
«Le vere mappe sono le persone che si dedicano ai propri luoghi, li conservano, li trasformano, li cambiano».
Avete mai sentito parlare di volontariato cartografico digitale e di mappatura accessibile? Map For Future è questo e molto altro. È un laboratorio di volontariato che mira a rafforzare i mezzi di attuazione e a rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile attraverso gli strumenti della cartografia digitale.
Abbiamo chiesto a Valerio De Luca, ingegnere informatico specializzato nella gestione dei dati geografici e project manager di Map For Future, di raccontarci come è nata (e cresciuta nel tempo) l’idea di sviluppare un’attività laboratoriale di cartografia digitale.
Come nasce la vostra onlus?
Map For Future è un progetto che nasce all’interno di Una Quantum Inc. APS, associazione impegnata nella promozione nel settore dei Beni Culturali. Una Quantum nasce con l’idea di promuovere le ricchezze culturali e archeologiche dei territori attraverso varie forme di comunicazione. In particolare l’associazione investe molte energie nella ricerca di nuove tecnologie per lo studio e la divulgazione delle risorse culturali. Parliamo di ricostruzioni 3D, mappe interattive, software per la gestione degli scavi archeologici, formazione e molto altro. Abbiamo un’attenzione particolare per le tecnologie open-source e per i gli open-data, perché riteniamo che siano un modo per rendere accessibile, creativo e moderno il settore in cui operiamo.
Quali sono i vostri principali progetti?
Seguiamo il progetto Map For Future con lo scopo di conoscere le realtà locali e i gruppi che li animano. Portiamo avanti questi obiettivi grazie a tre attività principali: il volontariato cartografico, i progetti di cooperazione internazionale e le dirette social. Organizziamo frequentemente appuntamenti di volontariato per mappare insieme le zone del mondo dove la cartografia è carente. La mancanza di informazione geografica si traduce in una scarsa conoscenza del territorio, a causa del mancato sviluppo locale in contesti svantaggiati.
Abbiamo avviato un progetto di cooperazione in Somaliland, Corno D’Africa, dove grazie a un gruppo di ragazze e ragazzi somali stiamo portando avanti attività di mappatura e formazione. Siamo veramente felici di questo progetto che vede crescere sempre di più le competenze tecniche e organizzative dei nostri amici in Somaliland. La formazione del gruppo somalo, focalizzata sulle nuove tecnologie per gestire e pianificare il territorio, sta permettendo alle risorse locali di acquisire competenze informatiche e tecniche molto importanti per l’amministrazione territoriale. Durante le nostre dirette social ci piace incontrare i gruppi e le realtà locali che in mille modi diversi animano il loro territorio. Dalle associazioni per la tutela dell’ambiente ai musei in Palestina, dalla conservazione dei cetacei alle mappe della legalità, dalle maratone alla toponomastica di genere. Non potremmo mai rinunciare a questo incontro, perché le vere mappe per noi sono quelle “fatte” di persone, che si dedicano ai propri luoghi, li conservano, li trasformano, li cambiano.
Qual è l’esperienza con il digitale nella raccolta delle donazioni?
Nelle nostre attività abbiamo a volte bisogno di reperire immagini satellitari, che ci consentono di realizzare mappe digitali aggiornate. Tutti sono i benvenuti: si può diventare volontarie e volontari di Map For Future anche senza competenze in geografia. Le mappe che realizziamo sono disponibili in formato digitale, utili in tutte le moderne forme di analisi territoriali condotte da gruppi e ONG internazionali e locali. Per sostenere i costi di acquisto delle immagini abbiamo lanciato un crowdfunding che ha dato ottimi risultati. Per chi ha contribuito alla raccolta fondi abbiamo messo a disposizione gratuitamente alcuni nostri video tutorial su tecnologie che usiamo di solito per le nostre attività. Abbiamo voluto offrire la nostra formazione: qualcosa in cui crediamo molto e che è sempre motore di cambiamento e di equità sociale. Ci sembrava il minimo per ringraziare i donatori.
Cosa pensate della trasparenza nelle Onlus?
Vivendo quotidianamente le logiche dell’open-source e dell’open-data, tutto ciò che rimanda ad aprire i “propri cassetti” non può che trovarci d’accordo. Siamo completamente a favore della libertà di circolazione degli strumenti e delle conoscenze, sia internamente che con altre associazioni: riteniamo che in questo modo ci sia un arricchimento reciproco. Gli stessi dati geografici che realizziamo durante il volontariato cartografico sono disponibili online in formato aperto sulla piattaforma OpenStreetMap.
Come giudicate la Responsabilità Sociale delle Imprese?
È un tema che ci interessa molto, perché riteniamo che tutti possano mettere in campo le buone pratiche per migliorare la società, anche fuori dai propri diretti ambiti di competenza. Per quanto riguarda Map For Future, abbiamo incontrato la CSR grazie all’organizzazione di attività di volontariato per gruppi aziendali. Sono stati momenti molto coinvolgenti: i dipendenti delle imprese interagivano tra loro e si relazionavano in modo diverso rispetto alla quotidianità, condividendo una stessa (buona) causa comune. Guardiamo con favore a nuove partnership tra imprese e volontariato e alle forme cooperative. Grazie ai nostri laboratori, abbiamo potuto constatare quanto sia importante la presenza del Terzo Settore nella società odierna. Un impegno che va oltre al “semplice” volontariato, e che siamo sicuri crescerà nei prossimi anni.