Paolo Venturi, AICCON: «Alle Giornate di Bertinoro parliamo di economia civile e responsabilità sociale»

di Manuela Contino
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Dal 2001 le Giornate di Bertinoro, evento promosso da AICCON Centro Studi sull’Economia Sociale, rappresentano un momento di riflessione sull’evoluzione dell’Economia Civile in Italia, anticipando le sfide del futuro per il terzo settore, ma non solo. Il Festival è anche un laboratorio aperto e occasione di confronto per Organizzazioni della Società Civile, Università, Istituzioni e Imprese.

Il titolo dell’edizione di quest’anno, che si terrà il 14 e il 15 ottobre 2022, è “RICONOSCERSI. Includere per trasformare l’esistente“. Un’edizione, come ci spiega il direttore di AICCON Paolo Venturi, che pone il concetto di interdipendenza al centro di una serie di tematiche e sfide di grande attualità come il lavoro, la governance, le comunità energetiche, la lotta alle diseguaglianze.

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Partiamo da AICCON, promotore dell’evento.

AICCON è un centro studi che nasce 25 anni fa con l’intento di promuovere i temi della cooperazione e dell’economia sociale e civile all’interno dell’offerta accademica. Per molto tempo il tema dell’economia e dell’impresa nel sociale era ridotto alla logica dell’assistenza e del volontariato: era difficile immaginare una formazione economica che mettesse il sociale al centro, come elemento fondante dell’economia politica. La particolarità di AICCON come centro studi di promozione dell’economia civile sta nell’assumere la creazione del valore – fine ultimo dell’economia – non solo come un’azione generata dallo Stato o dal mercato, ma come la possibilità di creare valore tramite l’apporto non residuale dei soggetti della società civile, il Terzo settore, il mutualismo, l’impresa sociale. Poi nel tempo l’attività di AICCON si è sviluppata: “Le Giornate di Bertinoro per l’economia civile”, iniziativa giunta alla 22esima edizione, è forse uno degli eventi più longevi nel panorama dell’economia sociale in Italia.

Con quali obiettivi specifici è nato il festival e quale è stata la risposta del terzo settore rispetto ai temi delle diverse edizioni?

“Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile” si propongono come un momento di riflessione, sia per alimentare un pensiero pensante sui temi dell’economico e sia per provare ad anticipare le tendenze e il futuro, offrendo punti di vista e soluzioni che mettano al centro non solo le azioni del mercato come le conosciamo ma anche e soprattutto il protagonismo dell’economia sociale. L’idea iniziale era di organizzare una ‘Cernobbio’ dell’economia sociale, poi nel tempo abbiamo costruito la nostra identità ed è venuto fuori qualcosa di unico. L’evento non è solo un momento di riflessione dei massimi esperti sui temi delle diverse edizioni, ma è anche occasione di contaminazione: perché l’economia si definisce civile in quanto include non soltanto i soggetti svantaggiati dentro la dimensione sociale ed economica, ma anche la diversità.

Il titolo dell’edizione di quest’anno è “RICONOSCERSI. Includere per trasformare l’esistente”. Un tema complesso, pensando anche al momento storico non privo di incognite che stiamo vivendo. Che ruolo possono avere gli operatori del settore in generale in questa trasformazione?

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L’invito è rivolto indistintamente a tutti: è una responsabilità del singolo cittadino quanto delle diverse istituzioni. Se vogliamo passare dalla diagnosi alla terapia, se vogliamo mettere le mani sulle soluzioni complesse, bisogna partire da un’evidenza: oggi condividiamo una prospettiva comune e l’interdipendenza non è una sensibilità di alcuni, è un dato di fatto. Intendiamo ‘riconoscerci’ nelle questioni, nelle sfide. Quelli legati alle sfide del presente sono tutti dilemmi cooperativi, che non significa il riconoscimento della stessa idea ma di un destino e di una prospettiva comune, di una vulnerabilità. Il tema del riconoscimento è un tema concreto che orienta le azioni. Nel contesto odierno, in cui nessuno si salva da solo, c’è la necessità di alimentare processi condivisi.

Puoi anticiparci alcuni focus dell’edizione di quest’anno?

Si parlerà di beni comuni, degli argomenti legati al tema dell’ambiente, del welfare, della salute. Affronteremo il tema della governance, intesa come capacità di creare soluzione insieme ad altri soggetti. Parleremo del riconoscimento del ruolo della cittadinanza attiva nella rigenerazione urbana, del valore delle imprese sociali nello sviluppo nel territorio e delle cooperative di comunità nella rigenerazione delle aree interne. Sono tutti esempi concreti che ci raccontano un nuovo modo di creare sviluppo, quello che chiamiamo neo-mutualismo.

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Nuove economie di prossimità che nascono attraverso un apporto contributivo con una pluralità di altri soggetti. In questo approccio rientra anche il tema dell’amministrazione condivisa. Verrà trattato il tema della diseguaglianza – in maniera concreta e non retorica – dal punto di vista delle politiche pubbliche per le quali è fondamentale costruire soluzioni sul territorio e far sì che le persone siano autonome e attive. Parleremo di comunità energetiche, di rigenerazione delle aree interne.

Un’ultima domanda sulla Responsabilità Sociale delle Imprese. Cosa avete osservato seguendo le esperienze degli ultimi anni?

La responsabilità sociale d’impresa per come l’abbiamo conosciuta è ampiamente superata: la consapevolezza di un’organizzazione di avere una responsabilità sociale nei confronti del territorio oggi si è trasformata. La socialità non è più un fattore, ma diventa una precondizione affinché l’impresa possa essere realmente sostenibile. L’altro aspetto che cambia, connesso al valore dell’impresa, è il passaggio da responsabilità sociale a intenzionalità sociale: le imprese oggi, al di là che siano profit o non profit, devono diventare intenzionalmente sociali. Se gli imprenditori decideranno di essere inclusivi ex ante (nelle intenzioni) e non solo ex post (nelle rendicontazioni), le loro aziende produrranno impatto e innovazione sociale, generando soluzioni nuove, più efficaci di quelle già esistenti.

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La XXII edizione, in programma il 14 e 15 ottobre, vedrà la presenza di oltre 40 relatori, 7 sessioni, 2 talk di approfondimento e 1 anteprima di presentazione dati a cura di Istat.

Il programma è consultabile qui.

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