«Le organizzazioni di qualsiasi natura esse siano, profit o no profit, potranno progredire e vincere le sfide del presente e del futuro se avranno la capacità di donare due cose fondamentali per il benessere delle persone: ascolto e tempo». Giustiniano La Vecchia è il fondatore di HUBrains, un’associazione di innovazione sociale per giovani dai 14 ai 22 anni. L’interesse per l’ambito sociale e il terzo settore nasce con l’intento di donare il proprio sapere e l’esperienza come “rito sociale” in senso circolare.
Per contribuire alla creazione e allo sviluppo di un nuovo scenario economico, fondato su valori etici e di elevato impatto sociale, HUBrains sviluppa progetti di innovazione e crescita culturale, muovendosi in un ecosistema che mette insieme giovani ad alto potenziale e imprese innovative. «Molte persone – spiega La Vecchia – si alzano al mattino per inerzia già tristi. Cosa le manca? Semplice, uno scopo. L’innovazione sociale parte dal presupposto che bisogna far succedere le cose. Noi dobbiamo allearci con una generazione che ha veramente tantissimo da dare. Non fare qualcosa per loro, ma fare realmente qualcosa con loro, con un presupposto fondamentale: ascoltandoli veramente senza giudicarli».
L’obiettivo del progetto è di sostenere i ragazzi nella ricerca del “loro scopo perduto” per liberare il talento, la creatività e l’entusiasmo di giovani uomini e donne. Con l’utilizzo dell’ascolto e del confronto – attraverso l’intelligenza emotiva, sociale e collettiva – si utilizzano gli strumenti, la collaborazione, la contaminazione di idee per renderli consapevoli e responsabili verso la comunità e il nostro Paese.
Donare, ricevere e ricambiare
«L’antropologo francese Marcel Mauss – aggiunge il fondatore di HUBrains – ha scritto un saggio sul dono come forma e motivo di scambio nelle società arcaiche, definendolo un rito che rafforza la socialità. Per questo crediamo nell’emancipazione della comunicazione, della condivisione e nello scambio di informazioni. È proprio Mauss ad affermare che le società hanno progredito nella misura in cui esse stesse, i loro sottogruppi e infine i loro individui hanno saputo rendere stabili i loro rapporti: donare, ricevere e infine ricambiare. Per cominciare è stato innanzitutto necessario deporre le lance: solo allora è stato possibile scambiare i beni e le persone, non più soltanto tra clan e clan, ma anche tra tribù e tribù, nazione e nazione e, soprattutto, tra individuo e individuo».

Giustiniano La Vecchia, fondatore Hubrains
L’emergenza pandemia ha accentuato la mancanza di ascolto e di dialogo tra ragazzi e adulti. Per questo occorre assecondare la crescita dei giovani nel pieno delle loro potenzialità energetica e di pensiero, con il proposito di portare idee all’interno delle organizzazioni. Per la generazione dei nativi digitali HUBrains ha previsto diversi percorsi sulla creazione e conduzione di impresa (Disruptive Entrepreneurs), sullo sviluppo dei talenti e delle potenzialità (Disruptive Talent), sui valori condivisi e l’interscambio di conoscenza (Nomadi Creativi), sulle soft-skill e le professioni del futuro (Summer Camp).
Per supportare i risvolti della crisi, HUBrains supporta ogni anno 200 famiglie che hanno difficoltà a far studiare i propri figli, oppure ad avere una connessione o un personal computer. Esiste inoltre una Community di professionisti di vari settori – medici, avvocati, scrittori, ingegneri – che donano del tempo ai ragazzi per parlare, aiutare e ispirare i giovani. Senza dimenticare il “Premio per le Ispiratrici e gli Ispiratori del futuro”, rivolto alle persone che hanno compiuto azioni importanti per la loro comunità.
Photo cover: Pexels / Enric Cruz López