Vittoria Gulinelli è una giovane imprenditrice trentenne di Ferrara che – dopo la laurea in giurisprudenza, un master in Europrogettazione e diversi lavori per mantenersi gli studi – decide di aprire una sua attività online di gioielli artigianali, ispirata a Bali e alla sua passione per i viaggi.
Parlaci di Atlantica: come e quando è nata, qual è il tuo ruolo.
Atlantica nasce 3 anni fa, dopo il mio viaggio di laurea a Bali, posto di cui mi sono letteralmente innamorata, per il paesaggio e per la cultura. Qui, complici l’aver staccato dalla quotidianità e la mia passione per i gioielli, ho avuto un’intuizione: introdurre le pietre orientali in gioielli dalle forme occidentali. Ho sempre viaggiato, fin da bambina, e quando tornavo con gioielli comprati in altri paesi, soprattutto orientali, mi sono accorta che non potevo indossarli a casa perché troppo particolari o vistosi e, comunque, troppo diversi dai nostri.
Grazie alla mia vacanza, ho avuto modo di entrare a contatto con la cultura balinese dei gioielli, da sempre molto importante, con un livello elevato e ho scoperto che l’artigianato di gioielli è molto comune. Ho trovato quindi un’orafa locale per produrre i primi gioielli, sia perché la manualità è unica nel loro genere sia perché la qualità dell’argento è molto pregiata. Mi è sempre piaciuta l’idea di sostenere business locali, così ho conciliato il tutto e ho affidato la produzione dei miei gioielli a un team di orafi balinesi, che tuttora producono le mie idee, realizzando gioielli fatti a mano unici nel loro genere. Sono la titolare e mi occupo di tutto da sempre! Chiaramente nel tempo sono riuscita a delegare alcune funzioni legate al marketing a collaboratori italiani, che mi aiutano nel lavoro e che mi hanno permesso di potermi dedicare a ciò che più preferisco nel mio lavoro: la creatività e la fotografia.
I gioielli che produci sono in argento e con materiali provenienti dalla natura. Qual è l’origine dei nomi delle varie collezioni?
I miei gioielli sono tutti prodotti a mano, in argento 925 e alcuni placcati oro 18k, accompagnati da pietre e madreperla provenienti anch’esse da Bali. Ho scelto principalmente l’argento per la praticità della lavorazione e per la sua durata nel tempo. Infatti, i gioielli d’argento, con una pulizia economica “fai da te”, possono tornare come nuovi in poco tempo e rimanere belli sempre. Inoltre, i miei gioielli sono tutti regolabili, quindi non esiste vincolo di taglia. Tutte le collezioni nascono per raccontare i viaggi che ho fatto e sensibilizzare i clienti verso l’inclusione, la scoperta di culture e storie differenti provenienti da tutto il mondo. Oltre ai singoli prodotti, ho creato le “Capsule” con gioielli evergreen ispirati alla storia, alla natura e a racconti di fantasia o reali, e le “Limited Edition” con gioielli ispirati ai miei viaggi da cui prendono il nome (Bali, Santorini, Dubai, Formentera etc.).

Com’è nato l’e-commerce e se ha cambiato il modello di business?
L’e-commerce è nato da subito, perché dopo la laurea e il master ho studiato in autonomia corsi di marketing che mi fornissero le basi per poter creare un sito internet con le competenze fondamentali per poterlo utilizzare. All’interno vi è anche un blog con due rubriche: “Pillole di Atlantica“ e “Armocromia e gioielli” e i suggerimenti per la pulizia dell’argento. Non ho quindi cambiato il modello di business: anzi nel tempo ho potuto migliorare alcuni aspetti estetici e funzionali, grazie al guadagno continuamente in crescita proveniente dalla vendita dei gioielli. Ho sempre reinvestito tutto quello che guadagnavo.
In termini di logistica, di produzione dei gioielli e di vendita, quanto rilievo ha la sostenibilità ambientale, la trasparenza e la qualità?
In termini di sostenibilità ambientale, credo di essere molto affine e attenta a qualsiasi aspetto: dall’utilizzo della materia prima al packaging, garantendo sempre un’ottima qualità. Le mie scatoline sono infatti di carta riciclata, l’argento è una materia prima naturale che per la lavorazione non necessita di sprechi e materiali inquinanti. I gioielli creati vengono da Bali e faccio spedizioni con grossi quantitativi per limitare i costi e lo spreco di energia, trasporto, ecc. Sono sempre stata trasparente nel comunicare qualsiasi dettaglio riferito a tutto ciò che concerne il mio business, dalla A alla Z.
Comunicazione e posizionamento del brand: quali sono le strategie e i canali principali?
I canali principali della mia comunicazione sono i social network, prevalentemente Instagram, che è più affine a me. Da circa un anno ho integrato anche la vendita B2B, per coinvolgere quel pubblico che ama acquistare di persona nei negozi. Baso la mia comunicazione sui 3 pilastri fondamentali del mio brand: adattabilità, unicità ed etica.
Hai altri progetti legati alla tua azienda? Ti capita come impresa di svolgere attività di volontariato o destinare una quota dei profitti per aiutare delle Onlus?
Fin dall’inizio, ho creato collaborazioni di volontariato devolvendo parte del ricavato a un’associazione del sud Italia che gestisce cani randagi. Al momento questa collaborazione si è interrotta perché hanno chiuso l’associazione, ma mi sto già muovendo per cercare altre opzioni. La mia idea è quella di aiutare piccole associazioni che tendono ad avere meno visibilità rispetto a quelle più conosciute e se un domani dovessi arrivare a poter dare il mio contributo in più ambiti, ovviamente sarei contenta di poterlo fare.