Giacimenti Urbani, la cittadinanza virtuosa che promuove la cultura del riuso e del riciclo

di Jessica Vengust
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Nata a Milano da un’idea della giornalista Donatella Pavan, l’associazione si batte per prevenire gli sprechi e diffondere la cultura dell’economia circolare. «Facendo da tramite fra cittadini, territorio, istituzioni e pubblica amministrazione, mettiamo in rete le attività virtuose che favoriscono la riduzione dei rifiuti. Facendo anche capire le differenze tra riparazione, riuso, riutilizzo e riciclo».

Giornalista professionista impegnata da 15 anni nella diffusione della cultura sostenibile, Donatella Pavan scrive per la sezione Ambienti&Veleni de Il Fatto Quotidiano, per Tuttogreen de La Stampa, per D di Repubblica. La passione per l’universo Terra la spinge a far conoscere i protagonisti della green economy.

Come nasce questa passione?

Per anni ho fatto la giornalista ambientale, ho sempre guardato il Nord Europa come un bacino dal quale attingere linfa vitale per il futuro. Lassù già da anni si parla di economia circolare e di stile di vita sostenibile. Nella vita mi sono sempre interessata di ambiente e sostenibilità: ad un certo punto però ho sentito l’esigenza di voler far di più. Di iniziare a mettere le mani in pasta e fare qualcosa di concreto per creare una rete tra le realtà cittadine che, in maniera virtuosa e a volte anche inconsapevole, stavano già da tempo attuando le buone pratiche di riutilizzo dei materiali.

Così è nata l’associazione?

Nel 2013 insieme ad altri volontari ho organizzato la prima Settimana della Diminuzione dei Rifiuti presso Casa Cuccagna di Milano. Nasce qui l’idea di fondare un’associazione, basata sui principi della cooperazione e del rispetto per l’ambiente, il territorio e le persone, con lo scopo di sviluppare un circuito delle attività virtuose per mettere in relazione i soggetti che svolgono un ruolo attivo nella promozione del vivere sostenibile, attraverso un corretto uso dell’energia, della riduzione dei rifiuti e della cosiddetta “mobilità dolce”. All’inizio pensavamo di sviluppare la Mappa di Giacimenti Urbani: la rete delle attività virtuose all’interno dell’allora zona 4 di Milano: poi, grazie all’adesione della catena del Libraccio, abbiamo avuto la possibilità di estendere la nostra presenza fino in Svizzera e Austria.

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Quali sono stati i primi progetti dell’associazione?

Giacimenti Urbani ha fondato la sua mission sulla cultura della prevenzione degli sprechi e dell’economia circolare, facendo da tramite fra cittadini, attività del territorio, istituzioni e pubblica amministrazione. Fin dall’inizio abbiamo sempre lavorato in un’ottica di condivisione. Ed è proprio da questo far rete che è nato il Festival dei Giacimenti Urbani, un progetto a cadenza annuale che dal 2013 – attraverso incontri, mostre, concorsi e laboratori – mira a sensibilizzare i cittadini sull’importanza di diventare parte attiva nel favorire le buone pratiche dell’economia circolare. Negli anni l’associazione è cresciuta e i progetti di Giacimenti Urbani si sono moltiplicati: partecipiamo attivamente a Fa’ la Cosa Giusta, la fiera del consumo critico e degli stili di vita consapevoli, alla Milano Green Week e, dal 2019, abbiamo iniziato a collaborare anche con il Salone del Mobile, organizzando alcuni eventi sulla riduzione della plastica monouso.

Avrete dunque collaborazioni sul territorio?

Abbiamo sempre mantenuto un forte legame con il territorio, sviluppando una serie di iniziative mirate al coinvolgimento dei singoli cittadini, come, ad esempio, Spazio TuttoGratis, un progetto in cui il luogo fisico diventa il luogo del dono. Dove ognuno può portare oggetti che non usa più, purché in buone condizioni, e prenderne per sé degli altri, fino a 5 pezzi a testa. In collaborazione con i Restarters Milano – PcOfficina siamo riusciti, poi, a organizzare anche i Restart Party, un insieme di incontri aperti in cui i volontari donano il proprio tempo per riparare elettrodomestici e oggetti non funzionanti con lo scopo di contrastare l’abitudine dell’usa e getta.

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Una domanda sorge spontanea: plastic free è davvero sinonimo di futuro?

In molti ormai da qualche anno hanno iniziato ad appassionarsi al mondo della plastica. In generale c’è grande ansia di fare, ma sul tema c’è ancora molta confusione. Ed è proprio dall’esigenza di fare chiarezza sull’argomento che è nata l’idea di organizzare la mostra Deplastic, azioni e buone pratiche contro l’abuso di plastica nel corso di Fa’ La Cosa Giusta 2019. Una mostra che vuole spiegare in termini semplici e concreti l’importanza del riutilizzo e le istruzioni per metterlo in pratica nel quotidiano. Il 2019 è stato un anno importante per Giacimenti Urbani: tra i diversi appuntamenti dell’associazione, ha visto la luce anche NoPlà, facciamo esercizio contro la plastica monouso. Nato nell’ambito del bando Cariplo Plastic Challenge 2019, in partnership con l’Università degli Studi Milano-Bicocca, il Consorzio Cascina Cuccagna e con il patrocinio del Comune di Milano – Milano Food Policy e Milano Plastic Free, il progetto comprende iniziative per ridurre la plastica monouso nelle scuole, nelle università e nei centri di aggregazione. Dopo la prima importante edizione e a fronte dei postivi risultati raggiunti, il progetto ha sviluppato nel tempo una propria identità orientata alla sperimentazione di contenitori riutilizzabili. Con NoPlà AGain – riutilizzare è un vantaggio per tutti – e in partnership con la Scuola Agraria del Parco di Monza, Giacimenti Urbani intende lanciare in Italia due circuiti di riutilizzo di contenitori nei locali che fanno cibo d’asporto e/o che erogano bevande, gelati e alimenti in bicchiere, applicando il modello svizzero di reCircle, la realtà che dal 2015 propone un’alternativa ai contenitori e ai bicchieri usa e getta utilizzati per l’asporto.

Perché in Italia non si fa ancora abbastanza per la sostenibilità ambientale?

In Italia mancano purtroppo le linee guida attuative. A novembre 2021 insieme ad altri soggetti come l’associazione PCUP e Planet Life Foundation, con l’Università Bicocca, la Scuola Agraria del parco di Monza e l’associazione Comuni Virtuosi, abbiamo lanciato il Tavolo del Riutilizzo. La prima azione concreta è stata il Manifesto del Riutilizzo, un appello al Governo affinché produca delle linee guida attuative amministrative, fiscali e sanitarie per rendere possibile l’attivazione di circuiti di riutilizzo. In particolare l’appello – cui si può aderire sia come figure giuridiche che come sostenitori privati – verrà inviato a 300 parlamentari con l’auspicio di attivare un dialogo concreto e continuativo con il Governo. Ci rendiamo conto che questa potrebbe essere una rivoluzione culturale, ma la civiltà dell’usa e getta è ormai satura ed effimera e noi ormai non abbiamo più tempo.

Cosa fate nello specifico su Milano?

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Personalmente credo molto nella contaminazione sociale, in particolar modo in quella territoriale. Ecco perché partecipiamo attivamente al progetto di educazione ambientale rivolta alle periferie di Milano. Un esempio è l’area dell’ex macello: il Comune di Milano ha messo a bando un’area di circa 30 ettari in via Molise per promuovere la rigenerazione urbana, favorendo lo sviluppo di un’edilizia convenzionata in una superficie che ospiterà una delle sedi IED di Milano. Il coinvolgimento di Giacimenti Urbani all’interno dell’ex macello in un primo momento era volto a ridare un senso a quei componenti asportabili presenti all’interno dell’area. Dopo un primo sopralluogo però, ci siamo resi conto che erano presenti molti oggetti in buono stato che valeva la pena riutilizzare. Così ci siamo chiesti perché non far rivivere questi materiali, creando arredi e strumenti per i futuri abitanti e organizzando delle aree da dedicare ai laboratori e ai workshop per gli studenti? Stiamo ancora definendo le linee guida del progetto: abbiamo molto idee che aspettano soltanto di essere messe in pratica, è un’iniziativa a cui teniamo moltissimo!

Qual è il riscontro delle istituzioni nei confronti dei tanti progetti sviluppati da Giacimenti Urbani?

In generale devo dire che Giacimenti Urbani piace molto, le persone sono sempre più interessate alla riduzione degli sprechi e alla cultura del riuso. Come in tutte le attività, anche in questo caso c’è chi è più resistente e chi invece al contrario si prende talmente a cuore la causa da farsi portavoce di quello che potremmo definire un vero movimento. È molto importante fare massa critica: anni fa eravamo minuscoli, andavamo noi dai cittadini, adesso ci contattano loro. Per quanto riguarda le Istituzioni, possiamo dire che il sostegno formale c’è: il Comune di Milano ci ha rilasciato il patrocinio per vari progetti, ma quello economico è praticamente nullo. È più facile trovare finanziamenti da aziende o privati: una su tutta la Fondazione Cariplo che viene considerata ormai la mamma di tutte le associazioni lombarde. Va da sé che per una realtà come la nostra dove la gestione è volontaria, avere un supporto economico è fondamentale.

 

Il 27 novembre scorso si è conclusa la nona edizione del Festival diffuso di Giacimenti Urbani in Cascina Cuccagna. Obiettivo della rassegna era la promozione dell’economia circolare e la diffusione della consapevolezza del valore e delle opportunità di quanto dismettiamo. Dimostrando attraverso esempi concreti che non esistono scarti ma solo risorse.

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