FuoriRiga, una biblioteca come luogo prezioso e inclusivo per guardare a un futuro diverso

di Jessica Vengust
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Gestire la biblioteca all’interno di un Istituto Penale per Minorenni per accompagnare i detenuti in un percorso di riscatto sociale. Avendo la cultura come punto di partenza. È la missione di FuoriRiga, l’associazione che gestisce la biblioteca all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni Casal del Marmo di Roma.

«Abbiamo costruito l’operato di FuoriRiga intorno alle tematiche della trasparenza e della responsabilità sociale, occupandoci di accesso alla cultura e sensibilizzazione». È così che Simona Medici, socia e volontaria di FuoriRiga dal 2016, ci presenta l’associazione di promozione sociale che dal 2014 si occupa di inclusione sociale, veicolando la cultura del libro come bene comune. FuoriRiga gestisce infatti la biblioteca all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni Casal del Marmo di Roma, con la convinzione che la pena debba avere una funzione rieducativa e che la cultura sia il punto di partenza per ogni percorso di riscatto sociale.

Come nasce FuoriRiga?

FuoriRiga è nata grazie al Servizio Civile presso Biblioteche in Carcere del Comune di Roma, svolto nel 2012 da Francesca Columbano, storica presidente dell’associazione, per garantire il diritto alla lettura nell’Istituto Penitenziario Minorile (IPM). L’articolo 12 dell’ordinamento penitenziario prevede, infatti, che in tutti gli istituti debba esistere una biblioteca costituita da libri e periodici scelti secondo criteri che garantiscano una “equilibrata rappresentazione del pluralismo culturale esistente nella società”, come da protocollo tra Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Biblioteche di Roma. Nel 2012, l’assenza di un simile accordo con il Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità, alle cui dipendenze risultano gli IPM, consentiva al Servizio Biblioteche in Carcere la sola erogazione discontinua di un servizio bibliotecario. È così che, grazie all’esperienza del Servizio Civile, ai rapporti con Biblioteche in Carcere e a una grande caparbietà, nasce FuoriRiga. Inizialmente i libri venivano donati da Biblioteche in Carcere: poi con il tempo siamo riuscite a raccogliere i volumi grazie alle donazioni dei privati e ai mercatini del libro che ciclicamente organizziamo. Ci teniamo a dire che non facciamo un’attività di svuota-cantine: abbiamo un vademecum ben preciso che ogni libro deve rispettare, sia dal punto di vista materiale che da quello etico. Abbiamo anche stilato una sorta di lista dei desideri con i titoli e gli argomenti che i ragazzi ci chiedono. Solitamente vengono richiesti fumetti e libri che parlano di devianza, amore, musica e poesia. Nel corso nel tempo il nostro patrimonio librario è cresciuto molto: oggi conta più di 7.000 volumi inventariati!

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Com’è composta l’associazione?

FuoriRiga è composta attualmente da circa 20 persone di cui 7/8 attive che lavorano con lo stesso obiettivo: rendere la lettura, e più in generale la cultura, accessibile a tutte. Negli anni l’associazione è cresciuta molto, oggi siamo arrivate a un buonissimo livello qualitativo. C’è ancora tanto lavoro da fare e a volte l’impegno è totalizzante, ma è una bellissima realtà che ci riempie di soddisfazione.

Oltre al servizio bibliotecario, quali altri progetti state portando avanti?

Nel corso degli anni sono stati portati avanti diversi progetti, tra i quali il Laboratorio di cartonaggio e restauro del libro, sviluppato insieme all’associazione Zero Off e alla Tavola Valdese. Un’esperienza per accompagnare le ragazze e i ragazzi in un percorso di avvicinamento e sensibilizzazione al libro visto come oggetto complesso, prezioso ed evocativo. Il laboratorio si articolava in diversi momenti: dal censimento al restauro, fino alla decorazione.
Grazie alla collaborazione con una restauratrice professionista, il percorso di restauro del libro si è ampliato nel corso degli anni, diventando a tutti gli effetti un’attività parte di FuoriRiga, che nel 2018 ha permesso di creare una collaborazione con la Biblioteca Flaminia, per conto della quale sono stati restaurati 16 volumi danneggiati, diventando un’occasione di scambio con la cittadinanza. Un’altra importante attività realizzata è stata il progetto Scuola Carcere: iniziativa nata nel 2015 come strumento di dialogo tra adolescenze distanti che ha coinvolto nel tempo due scuole superiori del territorio romano. Il progetto, attraverso la scrittura e l’utilizzo di strumenti multimediali, mirava a stimolare una riflessione critica sui fattori che influenzano le scelte personali, a favorire la capacità di immedesimazione, a superare i pregiudizi attraverso il confronto e ad avviare un dialogo sulle forme della pena e sulla realtà della detenzione in Italia. Dal 2018, grazie ai finanziamenti dalla Tavola Valdese, abbiamo infine istituto le borse lavoro, interne ed esterne all’IPM, in collaborazione con il penitenziario, il servizio sociale USSM e diversi enti privati presenti sul territorio. I percorsi formativi nel settore bibliotecario consentono di inserire giovani detenute e detenuti nella gestione della biblioteca, di acquisire competenze e strumenti professionalizzanti; quelli esterni hanno rappresentato un’opportunità di formazione in ambiti come il giardinaggio e l’estetica, con lo scopo di rafforzare l’integrazione tra il sistema di esecuzione penale e la società civile.

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Cosa significa operare all’interno di un carcere minorile?

I momenti di difficoltà capitano: operare all’interno di un sistema complesso come un edificio detentivo necessita di un’adeguata formazione e cognizione del contesto, altamente burocratizzato. Quest’anno, grazie alla Tavola Valdese, siamo riuscite a garantire un percorso di formazione gratuito, fruibile anche da remoto, per dare la possibilità a tutti di poter partecipare. Durante i sei incontri, abbiamo toccato i temi più importanti inerenti alla normativa carceraria, l’iter dell’esecuzione penale e gli aspetti fondamentali di tutela dei giovani detenuti. Siamo riuscite a coinvolgere diverse personalità del settore: è stato per noi un percorso estremamente impegnativo, ma altrettanto soddisfacente.

Quali sono i progetti futuri di FuoriRiga?

La pandemia ha interrotto una serie di attività che ci auguriamo presto di poter riprendere, come le borse lavoro, i tirocini esterni e i laboratori con le scuole. Considerando le attuali risorse (sia fisiche che economiche), al momento sentiamo di dover dare priorità alla regolarizzazione e al mantenimento dei progetti che abbiamo in attivo, garantendo il servizio di biblioteca in carcere e formando nuovi volontari e volontarie.

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