Fondazione Lene Thun: «La ceramico-terapia nei reparti pediatrici per fare la differenza»

di Patrizia Tonin
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Intervista a Paola Adamo, CSR director di Lenet Group e charity manager per la Fondazione Lene Thun. La onlus – nata nel 2006 come progetto fortemente voluto dal presidente Peter Thun – è intitolata alla madre, fondatrice dell’azienda. Impresa che oggi è sotto la guida di Simon Thun, terza generazione imprenditoriale.

«Lenet rappresenta la nostra più recente evoluzione: siamo un gruppo di imprese integrate e ci occupiamo di retail, logistica e digitale in una sinergia innovativa fra B2C e B2B. Con i nostri brand Thun, Teddy Friends, La Porcellana Bianca, Rituali Domestici, Rose e Tulipani, Luxpets (il primo marketplace top level per il mondo pet) e con i servizi offerti da Connecthub Digital & Logistics, il motore logistico e digitale del Gruppo», ci spiega Paola Adamo.

E continua parlandoci della Fondazione Lene Thun Onlus, come «l’espressione più significativa del nostro modo di fare impresa e rappresenta la nostra visione del ruolo delle aziende, che sono istituzioni sociali a tutti gli effetti. Da sempre la famiglia Thun e tutte le aziende del Gruppo hanno un approccio fortemente orientato al supporto alla comunità, alle persone e all’ambiente, tanto che nel 2022 abbiamo formalizzato questo impegno adottando la forma giuridica di Società Benefit e avviando anche il percorso di certificazione B Corp».

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Ci può descrivere la Fondazione Lene Thun?

La Fondazione nasce nel 2006. Inizialmente svolge la sua attività in diversi contesti di disagio, con progetti dedicati non solo ai minori. Ma è nel 2014 che Fondazione Lene Thun inizia a proporre agli ospedali, in forma permanente, i laboratori di ceramico-terapia, un servizio garantito settimanalmente e focalizzato in un ambito ben preciso: quello pediatrico. La nostra attività all’interno degli ospedali è iniziata in primo luogo nei reparti di oncoematologia pediatrica. Nel corso del tempo molte strutture ci hanno chiesto di allargare l’attività anche ad altri reparti pediatrici: per questo in molti ospedali siamo attivi con più laboratori.

A oggi siamo presenti prevalentemente nei reparti di Oncoematologia, ma anche in Pediatria, Chirurgia Pediatrica e Neuropsichiatria Infantile. Attualmente gli ospedali coinvolti sono 33, di cui 31 in Italia e 2 all’estero. Grazie alla presenza capillare dei nostri laboratori, la Fondazione Lene Thun è diventata negli anni l’organizzazione no profit più diffusa sul territorio italiano a occuparsi di terapia ricreativa attraverso la modellazione dell’argilla. Possiamo contare sul supporto di oltre 500 volontari sul territorio che ricevono un percorso di formazione con le nostre ceramiste per prepararsi alla modellazione dell’argilla in contesti ospedalieri. Aderire è semplicissimo, basta compilare la domanda sul nostro sito o richiedere informazioni presso i tanti rivenditori del nostro Gruppo. L’impegno richiesto è minimo: la nostra logica è quella del “poco da tanti”, anche un piccolo contributo, donare una minima parte del proprio tempo, può fare la differenza. E in questo caso, l’unione fa davvero la forza.

La stessa logica viene applicata alle donazioni: in tutti i punti vendita che supportano la Fondazione Lene Thun è possibile donare, anche in modalità cashless, con i nostri POS solidali. Ogni centesimo è prezioso: sono proprio le microdonazioni a permetterci di dare continuità ai nostri progetti durante l’anno. È inoltre possibile scegliere di supportare la Fondazione Lene Thun sul proprio territorio: “adottando” per un anno un laboratorio, si destina la propria donazione al supporto della nostra attività all’interno dell’ospedale della propria città.

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Com’è iniziata l’attività dei laboratori digitali?

Il 2020 ci ha messo tutti a dura prova, ma è stato particolarmente difficile per chi già stava affrontando un percorso di cura. Per dare continuità ai nostri laboratori, e restare vicino ai nostri bambini e ragazzi, abbiamo pensato a questa soluzione che superava il problema del non vederci dal vivo. Abbiamo continuato così a offrire il supporto della terapia ricreativa, anche se in un’altra forma. Era fondamentale garantire una continuità ai laboratori con la versione “digitale”.

E tutti i nostri volontari, con formazioni ad hoc, sono fin da subito diventati “smart volunteer” mentre i bimbi, nativi digitali, si sono trovati subito a loro agio, anche attraverso lo schermo. Abbiamo inviato loro a casa, o nelle camere di ospedale, tutti i materiali necessari per la modellazione e anzi abbiamo constatato che grazie al digitale si sono creati dei ponti con tutti i loro affetti – fratellini, sorelline, nonni e compagni di scuola – che insieme a loro si collegavano al laboratorio.

Come funziona la collaborazione con gli ospedali italiani e all’estero?

L’attività è offerta all’ospedale in maniera completamente gratuita. Al momento dell’avvio del laboratorio viene stipulata una convenzione con la struttura, che regola la collaborazione in termini di attività proposta. Dal punto di vista organizzativo c’è massima collaborazione sia con il personale medico e infermieristico dei reparti sia con le eventuali altre associazioni che operano al loro interno. Ogni laboratorio è organizzato e gestito dal nostro team di ceramisti, arteterapeuti e volontari sul territorio, nel pieno rispetto delle attività sanitarie e adattandosi alle esigenze dei singoli reparti.

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I progetti più significativi della Fondazione in questi anni?

Dal punto di vista delle attività offerte ai bambini in cura, il metodo della Fondazione Lene Thun prevede la loro partecipazione a progetti collettivi, vere e proprie opere d’arte esposte in spazi pubblici, che offrono diverse potenzialità anche dal punto di vista terapeutico. Gli effetti del nostro metodo così si amplificano. Da un lato, bambini e ragazzi risentono meno della condizione di isolamento dal mondo esterno: possono sentirsi parte di un progetto più grande, che li allontana per qualche momento dalla quotidianità dell’ospedale. Solo per citarne uno, ricordiamo l’Albero dei Desideri che per tre anni ha illuminato Piazza San Pietro con le sfere da loro modellate che riproducevano desideri e speranze: loro stessi le hanno poi potute raccontare direttamente a Papa Francesco, in occasione dell’accensione dell’Albero. Dal punto di vista della raccolta fondi, con lo spirito innovativo che da sempre ispira il Gruppo Lenet, abbiamo portato il modello delle micro donazioni cashless attraverso l’uso di un POS solidale che ci permette in maniera rapida ed efficiente di trasferire le donazioni direttamente ai tanti laboratori presenti negli ospedali italiani.

Cosa pensa in generale sulla responsabilità sociale di impresa?

Credo che non possa più esistere un’impresa che non consideri l’impatto socio-ambientale parte integrante del proprio modello di business: è una condizione necessaria per avere uno sviluppo futuro. In Thun, ieri, e in Lenet, oggi, crediamo che le imprese debbano farsi carico delle sfide socio-ambientali a cui siamo tutti chiamati a rispondere. Per questo, a livello di cultura aziendale, vediamo un importante coinvolgimento dei collaboratori: tutte le funzioni sono costantemente ingaggiate su questi temi, ciascuno per la propria area di competenza. Stiamo portando avanti tutti insieme il percorso di certificazione B Corp, il principale movimento globale che predispone un sistema internazionale di misurazione delle performance in ambito socio-ambientale. Lo viviamo come un risultato ma anche come un punto di partenza, per costruire un percorso di miglioramento continuo.

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Inoltre, mi riempie di gioia vedere il supporto che tutti danno a Fondazione Lene Thun: in azienda esiste da sempre un programma di volontariato aziendale, supportato al 100% dal Gruppo, perché l’attività si può svolgere anche in orario di lavoro. Ad oggi, sono circa 200 i dipendenti coinvolti e oltre 4.000 le ore dedicate per diverse iniziative, dall’aiuto ai laboratori permanenti e ai progetti speciali sul territorio italiano, alle campagne di fundraising, fino allo smart volunteering del periodo Covid, a cui hanno aderito tutti. Non da ultimo, nel mese di luglio 2022, abbiamo portato la ceramico terapia ai rifugiati ucraini sul territorio italiano: in collaborazione con alcune tra le più importanti onlus operanti in Italia: Save The Children, Ai.Bi. (Amici dei Bambini), Refugees Welcome Italia e Progetto Arca Onlus abbiamo raggiunto oltre 700 sfollati ucraini, tra cui molti bambini tra Roma e Milano. E anche in questo caso, abbiamo avuto un’importante adesione interna: 70 dei nostri collaboratori si sono adoperati come volontari. Credo che sia una rappresentazione molto significativa di come viviamo la Responsabilità Sociale d’Impresa in Lenet: insieme si può davvero fare la differenza.

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Come è nato il suo interesse per le onlus? Ha avuto esperienze anche in altri settori?

In realtà la mia passione è nata proprio in Thun.  Ho conosciuto la realtà della Fondazione perché l’azienda offre a tutti i suoi collaboratori la possibilità di fare volontariato. Così modo mi sono avvicinata a questo mondo, ho partecipato a diversi progetti solidali, in Italia e all’estero, e ho capito che volevo e potevo dare il mio contributo. Credo moltissimo in una visione di business restitutiva, che possa creare valore per l’azienda ma anche e soprattutto per la comunità. Poter essere di aiuto e supporto in particolare ai più piccoli e alle loro famiglie, che stanno attraversando un momento di fragilità, è una missione importante di grande valore. Una volta entrata in contatto con la Fondazione Lene Thun, non ho più saputo immaginarmi altrove e ho voluto dedicare tutta me stessa e le competenze acquisite nel tempo per ampliare la sua attività.

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