Abbattere le barriere, fisiche e culturali, che impediscono alle persone con disabilità di vivere una vita senza limitazioni. È questo il sogno che F.I.A.B.A. ONLUS rincorre da 40 anni, anche attraverso manifestazioni come il FiabaDay.
A parlare di questa “favola” è il presidente di F.I.A.B.A Onlus, il Gr. Ufficiale OMRI Giuseppe Trieste. «La nostra onlus è nata come Fondo Italiano per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche. Immagini quale era la situazione negli anni ’60 e quanto abbiamo dovuto faticare per arrivare alla realtà attuale, in cui la sensibilità di tutti è profondamente cambiata».
In cosa consiste l’attività della vostra onlus?
Sono invalido da 60 anni e conosco tutto della mia limitazione, ma una persona che dall’oggi al domani si trova ad avere un problema di mobilità ridotta, è come un pesce fuor d’acqua e stranamente, si trova in una difficoltà maggiore rispetto a una persona che è disabile da tempo. Dal 1981, quando è stato celebrato l’Anno Internazionale delle Persone Handicappate, è stata fatta una distinzione: quella tra persone normo-dotate e persone disabili, che in natura non esiste. È l’ambiente a determinarla. Il nostro lavoro verte quindi soprattutto nel creare un cambiamento: abbattere le barriere architettoniche e culturali, che sono le più difficili da estirpare.
Ci spieghi meglio.
Ognuno di noi, nel corso della propria esistenza, può trovarsi in una situazione di difficoltà, anche lieve, che però fa sperimentare la difficoltà di muoversi liberamente. Basti pensare a una mamma in giro con il proprio bambino nel passeggino. Ci vuol poco a rendersi conto che l’ambiente non risponde ai bisogni delle persone. Perciò è l’ambiente che deve adattarsi alle esigenze e alle difficoltà umane. È l’uomo però che deve pensarlo, disegnarlo, costruirlo, realizzarlo e tutti ne beneficeranno. Perché devo produrre mezzi di trasporto di difficile accesso per la maggior parte delle persone e poi aspettare che facciano leggi per l’adozione di mezzi di trasporto accessibili? Questo non ha senso. Purtroppo, per troppo tempo si è ragionato in questo modo.
Come realizzate la vostra mission?
Attraverso azioni di comunicazione, principalmente. Abbiamo fatto un tour in tutta Italia per discutere con le istituzioni sul tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Dal 2002 è stata indetta la Giornata Nazionale per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche, per mantenere un faro sempre acceso sul tema. Si celebra ogni prima domenica di ottobre in Piazza Colonna a Roma e in quel giorno, ogni anno, si tiene anche il FiabaDay, che per noi è occasione per fare il punto della situazione. Tutto parte dalla convinzione che la questione dell’accessibilità interessi solo un ristretto gruppo di individui, mentre in fin dei conti può riguardare chiunque. La campagna di sensibilizzazione del FiabaDay 2022, dal titolo ‘Abbattere le barriere si può. Facciamolo!’, è incentrata proprio sull’idea che anche le nostre azioni quotidiane possono fare la differenza.

Presentazione del FiabaDay 2022
Oltre a questo, invitiamo i geometri a partecipare al Concorso Nazionale “I futuri geometri progettano l’accessibilità”, da noi indetto e arrivato all’undicesima edizione, per la progettazione secondo i principi dell’Universal Design. Attiviamo collaborazioni con le aziende per attestare l’accessibilità di spazi e servizi per le persone con ridotta mobilità e cerchiamo di tener vivo il dibattito attraverso tante iniziative nel corso dell’anno.
Quali sono stati i progetti più significativi che avete realizzato?
Probabilmente la rete delle “Cabine di Regia per la Total Quality”, ossia la proposta alle amministrazioni, regionali, provinciali e comunali, di una programmazione che tenga conto, per ogni progetto da realizzare, dello Universal Design, a beneficio di tutti, per la migliore qualità della vita di ogni cittadino. Se ristrutturo un parco, ad esempio e lo faccio in maniera adeguata, tutti, non solo per persone con disabilità “conclamata”, potranno usufruirne con maggiore facilità e liberamente. Le cose stanno cambiando e sempre più Comuni stanno puntando sulla formazione dei tecnici della progettazione per realizzare strutture accessibili e inclusive. Purtroppo ci sono situazioni in cui è più difficile intervenire, come quando il danno non si vede, perché è psicologico. In quel caso, bisogna lavorare molto sull’abbattimento delle barriere di tipo culturale.
Come reputa la collaborazione tra terzo settore e aziende?
È estremamente importante perché nelle aziende lavorano degli esseri umani e l’educazione culturale passa attraverso l’essere umano. Pochi sanno che l’Inail concede fondi per adeguare gli spazi lavorativi, ad esempio per chi ha una paresi e può, anzi deve rientrare a lavoro, perché fa bene al suo essere e al suo benessere psicologico. In ambito militare, ad esempio, sono molto avanti: il militare che ha avuto un incidente in servizio non va in pensione e ci sono anche casi di questo tipo molto noti. Inoltre le aziende possono fare molto per sostenere il terzo settore, sia per favorire il cambio di mentalità attraverso scelte consapevoli che sostenendolo con donazioni solidali.
Cosa possono fare invece i singoli per contribuire alla vostra causa?
Insieme si possono fare cose concrete, innanzitutto iscrivendosi all’associazione: più siamo, più contiamo. I tecnici possono partecipare attivamente sostenendo un progetto.
È fondamentale il gesto di ognuno per promuovere il cambiamento che deve essere prima di tutto culturale.
È importante ragionare in funzione del fatto che viviamo l’ambiente quotidianamente. Diffondere una cultura della prevenzione degli ostacoli – aggiunge Trieste – significa recuperare un senso di solidarietà che è utile a tutti e fa bene innanzitutto a noi stessi. Perché viviamo di cose materiali ma anche di cose immateriali, che sono le più importanti.
> Cartella stampa “Fiaba Day 2022“