Intervista a Beatrice Antonelli, responsabile del team legale e socia fondatrice di Donnexstrada, l’associazione romana che da due anni si occupa di violenza di genere e sicurezza in strada, offrendo un aiuto concreto alle vittime di violenza (donne e non solo) attraverso le dirette Instagram.
La strada è da sempre metafora della vita: si parte da un punto per una data destinazione (spesso ignota), si incontrano curve, terreni dissestati, bivi, persone, si affrontano salite, discese, interruzioni, buche, baratri, soste. La strada è un bacino che raccoglie tutti, imbuto di incontri, riunioni e separazioni. Ma cosa succede quando la strada si discosta dalla suggestiva ideologia di cammino dantesco? Quando diventa un luogo potenzialmente pericoloso?
Beatrice Antonelli, l’idea dell’associazione nasce da un moto di rabbia in seguito alla notizia della morte di Sarah Everard, la trentatreenne rapita, stuprata e uccisa a Londra nel 2021. Come siete riuscite a trasformare quella rabbia in energia costruttiva e a dar vita a Donnexstrada?

Beatrice Antonelli
La notizia del femminicidio di Sarah Everard ha portato Laura De Dilectis, creatrice e ideatrice dell’associazione Donnexstrada, a voler far qualcosa di concreto per poter far sentire le donne più sicure e libere in strada. Nasce così l’idea delle dirette di video accompagnamento sul profilo Instagram, arrivate oggi a livello europeo con il profilo violawalkhome. Il progetto in pochi mesi ha avuto un grandissimo seguito, segno del fatto che servisse un intervento del genere e che le donne nel 2023 non si sentono ancora sicure nel poter tornare a casa da sole. Ogni persona che fa parte dell’associazione, dai volontari alle cofondatrici, è spinta dalla voglia di cambiare le cose in maniera concreta, con iniziative pratiche e attive.
Se una persona si sente in pericolo può mandare un direct message alla pagina Instagram Donnexstrada con scritto “diretta” e l’indirizzo che dovrà percorrere, e si avvia così la diretta IG. I social hanno avuto per voi un ruolo fondamentale.
Sì, direi centrale. L’associazione nasce a seguito del raggiungimento di quasi 50.000 seguaci dopo un mese dall’apertura del profilo Instagram omonimo. È da lì che è nata la nostra community, che conta ormai quasi 170.000 persone che ci seguono e supportano.
«Spesso l’indifferenza è più colpevole della violenza stessa, ricorda la senatrice a vita Liliana Segre». Come si combatte l’indifferenza? E quanto è importante la formazione per sensibilizzare la comunità?
Per noi la chiave per combattere l’indifferenza si trova nella comunicazione, nel confronto e soprattutto nell’educazione. Così come nella formazione su certe tematiche ad oggi ancora poco affrontate e spesso troppo sottovalutate. Proprio per questo, uno degli obiettivi principali di Donnexstrada è sensibilizzare il più possibile: dalle scuole agli esercenti delle attività commerciali.
È così che nascono i Punti Viola, luoghi sicuri ai quali rivolgersi in caso di necessità.
L’idea dei Punti Viola nasce proprio dalla voglia di voler fare qualcosa di concreto. Sensibilizzare il personale dei locali a contatto con il pubblico, attraverso la formazione del personale legale e psicologico di Donnexstrada, consente di avere luoghi sicuri e persone disponibili, pronte ad aiutare in caso di bisogno. I Punti Viola sono centrali nella creazione di quella rete sicura che ci prefissiamo da sempre come obiettivo. Più in generale, l’obiettivo che si pone Donnexstrada, attraverso i progetti come i Punti Viola e la nascita di sportelli di sostegno, come quello legale o psicologico, è creare una rete di supporto attiva sul territorio. Vogliamo che la donna non si senta limitata nel non poter far qualcosa perché spinta dal pensiero di non sentirsi libera o sicura. Vorremmo riuscire a far sì che le città siano considerate a misura di donna. Come dice il nostro motto «vogliamo essere libere, non coraggiose».
Qual è stato il riscontro che ha avuto Donnexstrada in questi due anni di attività?
Siamo molto soddisfatte dei feedback ricevuti, dai volontari che fanno parte dell’associazione a chi crede attivamente e aderisce ai nostri progetti. Ma ci auguriamo che questo sia solo l’inizio per poter raggiungere traguardi sempre più importanti e soprattutto significativi nella lotta contro la violenza di genere.