Intervista a Roberto Bazzano, presidente e fondatore della cooperativa sociale “Bandiera Lilla”, che ogni anno assegna il prestigioso stendardo agli enti che dimostrano particolare attenzione e sensibilità verso il turismo disabile.
Come nasce Bandiera Lilla?
Bandiera Lilla nasce da una mia idea basata da un lato sulla mia personale esperienza: ho tre protesi e a breve farò il poker con la quarta, per cui a 40 anni avevo già passato più di due anni e mezzo tra letti di ospedale, carrozzine, stampelle e riabilitazioni. Dall’altro lato nasce dall’esigenza manifestatami più volte da amici e conoscenti con diversi tipi di disabilità di avere luoghi in cui poter trascorrere vacanze decenti. “Decenti” significa per una persona in carrozzina, ad esempio, potersi muovere con la maggiore libertà possibile lungo i marciapiedi, le strade, le piazze, trovare ristoranti facilmente accessibili e alberghi e spiagge accoglienti ed attrezzate. Stessa cosa per un cieco, un sordo o una persona con altre esigenze. Da qui è nata l’idea di istituire il riconoscimento Bandiera Lilla che, come dico sempre, è la punta dell’iceberg, ovvero la parte più visibile e meritata da chi la ottiene, ma anche una scusa palese per noi per poter stimolare, aiutare e consigliare i Comuni e le Aziende legate al turismo a crescere nell’accessibilità e l’inclusione. Devo dire che, nata come idea nel 2012 e concretizzata nella creazione della cooperativa omonima nel 2016, la Bandiera Lilla non ha avuto all’inizio, vita facile. Una giusta diffidenza verso una piccola e sconosciuta cooperativa, un modello nuovo che parte dal territorio nel suo complesso e non da una spiaggia o da un albergo al fine di evitare “cattedrali nel deserto”, un approccio orientato alla soluzione e non al problema, uniti alla complessità del mondo della disabilità hanno fatto sì che i primi anni fossero duri. Ma chi è convinto di ciò che fa e lo fa con passione alla fine ottiene risultati e noi già da un po’ li stiamo ottenendo.
Bandiera Lilla ha un suo motto?
Certo che sì! Il nostro motto è “Sociale e Turismo lavorano insieme” che spesso poi decliniamo in un’altra frase soprattutto per le Aziende, ovvero “l’accessibilità non solo è un diritto, ma è un diritto conveniente” volendo intendere che le Aziende che investono in accessibilità, specie nel settore del turismo ne traggono vantaggi superiori agli investimenti fatti. Ovviamente non il giorno dopo, ma nemmeno in tempi molto lunghi. Crediamo anche che le leggi sull’accessibilità italiane non siano così male, anzi. Purtroppo, però, quando si deve fare una cosa per obbligo, si tende a farla male o, appunto solo per obbligo, senza capire la vera utilità che rispettare quell’obbligo con un po’ di eleganza e passione ci potrebbe portare. Così capita di trovare bagni accessibili utilizzati come magazzini, camere d’albergo rese accessibili per obbligo che sembrano stanze ospedaliere e nelle quali non va nessuno, né la persona con disabilità e ancor meno il cliente cosiddetto normodotato. Sarebbe bastato qualche piccolo accorgimento per realizzare “una camera per tutti” o ancora fare due servizi igienici più spaziosi ed entrambi accessibili invece di tre, di cui uno inutilizzato….
Il discorso è lungo, ma a monte crediamo che sia importante da parte degli operatori che accessibilità ed inclusione non solo sono un diritto, ma sono convenienti, per loro stessi. Inoltre un’accessibilità realizzata bene – e non tanto per fare – semplifica la vita a tutti, dalle mamme con passeggini agli anziani, dai ragazzini distratti dallo smartphone alle persone con bassa alfabetizzazione per arrivare a chi ha preso una distorsione giocando a calcetto e deve usare le stampelle per una quindicina di giorni.
Che ruolo ricopre in questa società cooperativa sociale?
Ne sono il presidente e fondatore. Ho ideato il modello e le procedure di lavoro, alcuni servizi innovativi che abbiamo inserito e altri che sono in fase di realizzazione. Sebbene io ne sia il presidente, Bandiera Lilla si avvale del lavoro di preziosi e fondamentali soci così come di collaboratori esterni e collabora con molte associazioni locali e nazionali cercando di creare una rete finalizzata alla crescita dell’accessibilità. La condivisione delle decisioni con i soci è fondamentale e si è creato un gruppo coeso ed efficiente. Per quanto mi riguarda sembra che tutto ciò che ho fatto fino al momento in cui mi è venuta in mente la Bandiera Lilla fosse propedeutico: dal lavoro negli enti pubblici come formatore, alla comunicazione, al lavoro nel settore del turismo. La sensazione oggi è che tutto portasse qui.
Come nasce la sua passione per il terzo settore?
Credo di aver avuto la fortuna di essere nato in una famiglia orientata al sociale, che mi ha trasmesso buoni valori: i miei genitori e mia sorella, di 5 anni più grande, erano sempre pronti a dare una mano a chi ne aveva bisogno. Da questa base una esperienza come volontario nella Croce Rossa e in alcune Associazioni non a scopo di lucro, unite all’esigenza di fare un lavoro con una forte valenza etica e di utilità sociale mi hanno portato a creare la Bandiera Lilla che, come detto parte con lo scopo di facilitare la vita alle persone con disabilità, ma finisce per favorirne molte altre.
Quali sono progetti e iniziative principali di Bandiera Lilla (passate, presenti e future)?
Ad oggi abbiamo già creato e inserito tra i vantaggi dei Comuni Lilla alcuni servizi come la Lilla Card (carta sconti per Comuni, Aziende e Associazioni), al servizio gratuito di progettazione per bandi di finanziamento che lo scorso anno ha fatto ottenere ai Comuni Lilla che se ne sono serviti ben oltre 1 milione di euro, al Passaporto Salute Lilla che contiene informazioni basilari per i soccorritori in caso di emergenza medica, fino al RARE registro rampe raccordate che è una iniziativa gratuita che permette di risolvere in pochi anni e senza costi di alcun tipo il grave e diffusissimo problema del raccordo tra le rampe e scivoli pedonali e il manto stradale di asfalto. Ogni tanto penso che sia la scoperta dell’acqua calda e non capisco perché nessuno prima di noi abbia aperto il rubinetto… Stiamo anche riflettendo, in alcune zone di Italia di passare all’azione direttamente stimolando e partecipando alla creazione e gestione di ristoranti sociali o strutture ricettive accoglienti ed accessibili per tutti, non solo per le persone con disabilità. Quest’ultimo è un progetto di lungo termine sul quale, però, stiamo già lavorando attivamente e sul quale alcuni Comuni hanno manifestato un particolare interesse.
Date avvio a raccolte per donazioni? Quali sono le ultime donazioni? E che feedback avete avuto dai giovani?
Fino ad oggi non abbiamo mai attivato strumenti di fundrising. Viviamo delle quote versate dai Comuni che ne abbiano i requisiti per l’adesione a Bandiera Lilla. Poche decine di euro ci provengo dalle donazioni del 5×1000 o, sporadicamente, da piccole donazioni personali, per lo più di parenti e amici che credono nel nostro lavoro, ma non è detto che in futuro non ci rivolgiamo al mondo del fundrising, anche se credo che il nostro lavoro sia un po’ complesso da spiegare rispetto a quello di altre associazioni che, invece si occupano di tutela di minori, di cure mediche o altre cose. Al di fuori del fundrising la nostra esperienza con i giovani in generale è positiva. Sono state scritte 5 tesi di laurea su Bandiera Lilla e il turismo accessibile, abbiamo avuto diversi tirocinanti provenienti dall’Università che hanno voluto fare il loro tirocinio o stage universitario presso di noi. Alcuni si sono fermati a lavorare con noi. Ci sono buone menti e buoni cuori tra i giovani e questo ci conforta avendolo provato direttamente.
Qual è l’esperienza con il digitale nella raccolta delle donazioni?
Come detto non abbiamo particolare esperienza, perlomeno non diretta, anche se lo scorso anno abbiamo partecipato e sponsorizzato il convegno annuale dell’ASSIF (Associazione Italiana Fundraiser) tenutosi a Giardini Naxos: una esperienza interessante e istruttiva alla quale, però, al momento non abbiamo ancora dato seguito concreto nella ricerca di fondi. Credo comunque che lo faremo presto.
Quanto conta la trasparenza nelle Onlus oggi? È un fattore rilevante secondo Lei?
La trasparenza è un fattore e un valore fondamentale. Intendo sia la trasparenza amministrativo/economica che nell’uso di concetti e parole, anche se in questo caso, forse sarebbe meglio parlare di coerenza. Credo che il terzo settore debba essere di esempio proprio per i valori che lo contraddistinguono. Questo è tanto più importante al crescere delle dimensioni dell’organizzazione e quindi del suo giro di affari. D’altra pare ONLUS è l’acronimo di Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale. Ragion per cui l’organizzazione deve sempre aver chiaro il suo scopo non a fini di lucro e la sua utilità che non va rivolta verso se stessa, ma all’esterno, verso la società. Se si ha ben chiaro questo, ci si crede e lo si vive, è naturale far funzionare l’organizzazione nella maniera corretta.
Ritiene che la Responsabilità Sociale delle Imprese sia importante? E perché?
Credo molto nella Responsabilità Sociale delle Imprese e, siccome sono uno fortunato ho anche avuto modo di incontrare imprenditori illuminati che hanno fatto proprio questo tema per sensibilità personale, creando realtà che restituiscono ai loro dipendenti – e alla comunità nella quale hanno sede – ben più di quello che viene considerato obbligo di legge.
Un amico imprenditore sostiene che i dipendenti – i quali per molti anni donano alle aziende la maggior parte del proprio tempo – non possono essere retribuiti soltanto in forma economica, sotto forma di stipendio.
D’altra parte nelle comunità di ogni luogo ci sono persone che hanno bisogno più di altre, siano essi disabili o non, per cui sentire la responsabilità sociale e concretizzare questo sentire sotto forma di iniziative e progetti a favore dei dipendenti e della comunità non è altro che restituire parte di quanto ci è stato dato per cercare, in fondo di creare un mondo migliore in cui tutti possano stare meglio. Bandiera Lilla a questo proposito ha ideato e depositato un sistema di etichettatura che non modifica l’etichetta originale dei prodotti di largo consumo, ma è facilmente comprensibile a tutti. Si chiama Etichetta Lilla e ha vinto una menzione speciale al premio nazionale TOP of the PID di UNIONCAMERE. Nata pensando alle esigenze di ciechi e ipovedenti, l’Etichetta Lilla è stata approvata dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti attraverso la sezione provinciale di Savona dell’Associazione.
In realtà ci siamo accorti ben presto che risponde alle esigenze di un pubblico molto più vasto poiché l’età media avanza, le etichette contengono sempre più informazioni e lo spazio è limitato alle dimensioni della confezione. Inoltre, grazie all’audio, risolve i problemi di persone a bassa alfabetizzazione, che sono molte più di quelle che possiamo credere: basta pensare che il 47% degli italiani soffre di analfabetismo di ritorno secondo i dati ISTAT. Crediamo che l’adozione da parte delle aziende di iniziative dirette sul territorio – o indirette e rivolte a un pubblico più vasto, come l’Etichetta Lilla – possa contribuire a manifestare concretamente il senso di responsabilità sociale che l’azienda sente. Inoltre a me piace dire che quando si fa qualcosa di buono e utile, se ne ha sempre un ritorno: a volte economico, a volte di immagine, a volte la soddisfazione di far parte di qualcosa di bello. E tutti amiamo e cerchiamo aziende serie e responsabili.