Armani e Benetton, il made in Italy che vuol dare l’esempio senza slogan di facciata

di Alessandro Dattilo
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I due imprenditori scendono in campo per ribadire che valori come green, ecologia e sostenibilità devono trasformarsi in azioni concrete. A vantaggio del Pianeta e delle generazioni future.

Con Armani/Values – contenitore in cui si parla di sostenibilità e vengono rappresentati i valori storici del gruppo – “Re Giorgio” ha messo online il suo nuovo manifesto green, con l’impegno di rendere il settore beauty a zero emissioni entro il 2025. Qualche giorno dopo Alessandro Benetton – figlio di Luciano, fondatore del Gruppo Benetton – incontrando gli studenti della Luiss sul tema dell’innovazione, ha ribadito che la sostenibilità deve essere olistica, a 360 gradi «L’ambiente è un cancello di ingresso ma non è sufficiente: la sostenibilità deve riguardare tutti i settori della vita sociale».

Il profitto per un’azienda non può più essere l’unico obiettivo (Giorgio Armani)

Da tempo il mondo della moda è sotto attacco, accusato di predicare bene e razzolare non sempre in modo coerente. Termini come green, ecologia e sostenibilità, disseminate come parole del momento, spesso diventano slogan di facciata. «Ora è arrivato il tempo di fare qualcosa di concreto – ha sostenuto Armani in un’intervista al Corriere della Sera, in occasione della recente Giornata mondiale della Terra – La moda totalmente sostenibile è un’utopia: io penso che la vita stessa sul Pianeta sia insostenibile: la specie umana tende a depauperare tutto… Però la sostenibilità è un’utopia con cui dobbiamo convivere, per la quale dobbiamo lottare: per noi stessi, per il pianeta e per le nuove generazioni. Il profitto per un’azienda non può più essere l’unico obiettivo».

Sotto i tre pilastri – Persone, Pianeta, Prosperità – Armani ha messo online un pezzo del suo mondo, dove i concetti di estetica e stile si declinano in valori come l’etica del lavoro e i rapporti umani. «Penso che la moda possa contribuire al rinnovamento in atto – ha detto Armani – riallineandosi ai bisogni reali delle persone, nel rispetto dei beni comuni da tutelare: il tessuto sociale e l’ambiente. Con questo sito spieghiamo come tutte le nostre attività diventino efficaci se integrate in strategie di business e nei valori dell’azienda».

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Sulla stessa linea si è ritrovato Alessandro Benetton, presidente di Benetton Group dal 2012 al 2014 e oggi consigliere di amministrazione di “Edizione”, la holding di famiglia. «La sostenibilità è un orientamento mio personale e un obiettivo aziendale. Ricordo l’input che mi diede Al Gore negli anni ’90 su questo tema: è stato lui a dirmi che dobbiamo trovare il sistema di rendere la sostenibilità conveniente per le aziende. Su questo tengo sempre a mente gli insegnamenti dell’economista Michael Porter, mio professore ad Harvard in tema di ‘shared value’. Il capitalismo oggi non è morto, non è finito, ma sicuramente si deve porre dei punti interrogativi per diventare qualcosa di più contemporaneo. Assieme ai miei cugini, abbiamo deciso di tornare alla visione e ai valori dei padri fondatori che hanno costituito qualcosa di innovativo, basandosi sui buoni rapporti con il territorio e sull’avere rapporti internazionali. L’idea è di investire su asset strategici con lo stesso tipo di visione in chiave contemporanea, avendo a mente la stella polare della sostenibilità».

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