Altromercato: «Diamo voce alle storie dei produttori e ai loro diritti, nel rispetto dell’ambiente»

di Annarita Cacciamani
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Nato oltre 30 anni fa da un’idea di tre ragazzi, oggi Altromercato è la più grande realtà italiana nel commercio equo solidale. Il brand “Altromercato” è diventato ormai nell’immaginario comune sinonimo di sostenibilità. A raccontarci la storia di questa grande impresa dell’equo e solidale è la responsabile marketing e sostenibilità Valeria Calamaro.

Altromercato è oggi la prima realtà in Italia nel commercio equo solidale. Quali sono state le tappe principali del suo sviluppo?

Altromercato nasce nel 1988 dal “sogno” di tre giovani studenti, che volevano sostenere i progetti di alcune organizzazioni di contadini di caffè biologico del Messico e del Nicaragua. All’epoca il commercio equo e solidale in Italia non era ancora presente, a differenza del nord Europa dove erano già sorti progetti di fairtrade. Di anno in anno l’organizzazione si è ampliata fino a raggiungere una rete di oltre 50 soci e nel 1997 i prodotti a marchio Altromercato entrano nella Grande Distribuzione e nei negozi specializzati. Nei primi anni 2000 Altromercato raggiunge un numero di 150 soci e di produttori. Nello stesso periodo nasce CTM Agrofair, la società che si occupa tutt’oggi del comparto fresco di ortofrutta.

Valeria-Calamaro-altromercatoNel tempo sono sorti progetti importanti come Solidale Italiano, il commercio equo fatto in Italia, a sostegno delle realtà etiche del nostro paese, la cosmesi di Natyr, una linea di artigianato e di moda OnEarth, il Progetto di Economia Sostenibile che vuole unire sempre maggiori attori del mondo del Commercio Equo e Solidale per fare rete.

Siamo nati con una vocazione: ribaltare le logiche del mercato tradizionale per favorire il mercato equo solidale senza marginalizzazione né sfruttamento, e nel quale anche la Terra è rispettata e protetta. Trentacinque anni fa ci credevamo soltanto noi. Oggi siamo la principale realtà di commercio equo e solidale in Italia con oltre 140 organizzazioni, relazioni con oltre 40 Paesi nel mondo, oltre 450mila contadini e artigiani, 93 soci (inclusi i 4 finanziatori) e 225 botteghe Altromercato.

Altromercato si avvale anche di un e-commerce. Quanto è importante per voi questo canale?

L‘e-commerce è una vetrina fondamentale per Altromercato perché integra la nostra proposta e vive parallelamente alla presenza sul territorio nelle oltre 225 botteghe localizzate perlopiù al centro nord, dove l’utente può vivere a pieno l’esperienza d’acquisto solidale e la proposta di tante iniziative culturali, e nella rete di Grande Distribuzione e piccoli negozi. Nel nostro e-commerce il consumatore trova i nostri prodotti, ma ha anche la possibilità di fare un’esperienza di navigazione eccellente tra i nostri valori, reperire tantissime informazioni, istituzionali e di approfondimento tematico, come ad esempio chi siamo e cosa facciamo da 35 anni, grazie anche alla presenza di un blog magazine e di contenuti realizzati ad hoc.

Le botteghe ci permettono di intercettare il “consumatore di quartiere” e, grazie all’e-commerce, anche quel “consumatore tecnologico” che utilizza l’online per le proprie spese. E che per questioni geografiche non riuscirebbe a conoscere e reperire facilmente i nostri prodotti per la mancanza delle botteghe nel proprio territorio.

Oggi si parla tanto di sostenibilità. Voi siete stati dei precursori a riguardo. Quali sono i principi più importanti per voi e come li mettete in pratica?

Noi di Altromercato ci definiamo nativi sostenibili. Con oltre 30 anni di storia, i nostri valori, mission e vision, manifesto e purpose testimoniano da sempre un modo di agire volto alla sostenibilità, seppur con progetti differenti ogni anno. Una sostenibilità concreta: fare commercio in modo equo e solidale significa mettere sempre al centro le persone, le comunità, il pianeta. Il nostro approccio Prosperity for People And Planet guarda alla sostenibilità in modo integrato, coniugando un concetto di giustizia economica e sociale con un nuovo orizzonte di giustizia climatica.

altromercato-Norandino

Vogliamo costruire un commercio che metta sempre al centro le persone, dando voce alle storie dei produttori e ai loro diritti. Un commercio che rispetti l’ambiente attraverso filiere trasparenti in grado di concretizzare l’impegno costante nella lotta al cambiamento climatico e che crei valore e lo distribuisca, generando un impatto positivo concreto per tutti gli attori della filiera, dal produttore al consumatore. Per noi la sostenibilità non è solo intenzione, è prima di tutto “azione”.

Inoltre, anche per i nostri produttori la sostenibilità non è soltanto una questione di comunicazione, un incentivo a vendere di più o a trovare una migliore posizione sul mercato, ma una risposta alle istanze più profonde di tipo personale e sociale: è sinonimo di futuro, di benessere, di uguaglianza, di equilibrio e di rispetto per la Terra e per chi la abita. Nel nostro agire quotidiano verso la sostenibilità – sia dal punto di vista sociale che ambientale ed economica – aderiamo ai 10 principi del WFTO, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio Equo e Solidale.

Cosa si intende per “prezzo giusto”?

Per Altromercato ogni scelta ha un valore, ogni gesto ha un prezzo. Il prezzo giusto di Altromercato comporta che le persone siano equamente retribuite, che non vi sia speculazione né sfruttamento, ma attenzione e rispetto per il pianeta, insieme alla passione per quello che si fa. Il valore di ciò che paghiamo non è un prezzo alto, né un prezzo basso, ma è un prezzo giusto, perché si trasforma in qualità, rispetto, gusto e bellezza, prima di tutto per il consumatore.

Il nostro prezzo giusto tiene in considerazione:

  • Il valore al produttore che riconosciamo a chi produce per le materie prime o per il prodotto finito. Viene stabilito con il produttore stesso, per avere la certezza che tutti i costi reali siano coperti e per garantire alle persone qualità e dignità di vita. Rimane un prezzo mediamente superiore a quelli del mercato locale ed incorpora un premio fair trade che viene reinvestito in progetti per le comunità locali. Inoltre, può variare molto a seconda del prodotto in relazione al livello economico e sociale dei luoghi di origine.
  • Il margine di Altromercato rappresenta il valore che ci permette di coprire i costi di struttura per svolgere le attività della nostra organizzazione: ricerca, produzione, importazione, cooperazione, comunicazione e promozione, informazione e cultura, responsabilità sociale d’impresa, supporto e formazione ai Soci.
  • Il margine al dettaglio, che rappresenta il valore medio che la bottega percepisce per la distribuzione dei prodotti in Italia. I nostri negozi, in particolare, sono luoghi di esperienza, incontro e diffusione, sono i luoghi dove il nostro mondo si esprime al meglio, a 360 gradi. Questo valore sostiene proprio il loro impegno ogni giorno sul territorio.
  • I costi accessori che implicano: trasporto, assicurazione, certificazioni, dazio, lavorazioni, analisi e altri costi che attengono al prodotto e che possono variare in maniera significativa a seconda delle politiche dei paesi di origine, delle produzioni o dei passaggi che il prodotto deve superare per arrivare al consumatore.

Cooperativa-Norandino-altromercato

Come declinate la responsabilità sociale d’impresa?

Noi di Altromercato andiamo oltre il concetto di Corporate Social Responsibility. Riteniamo che l’impatto sociale di un’impresa non ricada soltanto al suo interno, nella propria struttura organizzativa o nelle proprie zone di attività. Le imprese oggi sono motori di cambiamento della società intera e come tali dovrebbero allargare il proprio raggio d’azione e il proprio impatto sociale anche ad ambiti non direttamente coinvolti nella propria attività commerciale. Ogni azienda ha la possibilità di contribuire a ridurre criticità ambientali e sociali e per farlo può sviluppare e abbracciare soluzioni innovative che contribuiscono al futuro di tutti.

Noi ad esempio, costruiamo partnership di filiera unendo la fornitura di materie prime a specifici progetti di impatto sociale, come nel progetto Made in Dignity, un protocollo innovativo di cooperazione integrata nato nel 2016, che coinvolge realtà dell’industria e della distribuzione in grado di creare impatti importanti e di sostenere i valori economici dello sviluppo in progetti pluriennali, condivisi e partecipati, di impegno diretto nelle filiere sostenibili per le comunità. Inoltre sviluppiamo attività di co-marketing, nelle quali offriamo ai clienti b2b la possibilità di diventare parte di un modello di cambiamento concreto che parte dai piccoli dettagli, come gli ingredienti equo e solidali dei prodotti.

 

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