Ramificare la crescita e tutelare le radici: ecco l’Albero della Vita al servizio dei bambini

di Elisabetta Majocchi
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Intervista a Isabella Catapano Botero, direttrice generale della fondazione “L’Albero della Vita”, la onlus che opera per assicurare il benessere, proteggere e promuovere i diritti, favorire lo sviluppo dei bambini, delle loro famiglie e delle comunità di appartenenza.

 

Come nasce la vostra Fondazione?

Nasce 25 anni fa con l’intento di dare una possibilità reale ai bambini e le loro famiglie. Consapevoli del fatto che tutti hanno delle capacità, attraverso l’educazione Albero della vita si impegna a tendere una mano i più bisognosi.

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Qual è il suo ruolo all’interno della Onlus? Come nasce la sua passione per il Terzo settore?

Sono la direttrice generale della fondazione, la mia passione nasce un po’ per caso: lavoravo in un’azienda che offriva servizi alle non profit e mi hanno offerto un ruolo. In realtà, quando inizi a operare nel terzo settore scopri un mondo bellissimo, molto sfidante che ti cambia la prospettiva del mondo. È un contesto difficile ma pieno di possibilità per la crescita personale, oltre al fatto di poter essere parte di un gruppo che dà possibilità agli altri.

I bambini sono al centro della vostra mission. Quali sono i principali progetti che si rivolgono al mondo dell’infanzia?

Abbiamo tantissimi progetti, di protezione, di educazione e tutela. Il progetto di affido familiare – che in Italia è un’eccellenza – è stato replicato dai nostri colleghi per adeguarlo al Kenya. Poi abbiamo case di accoglienze per mamme sole, con bambini ancora piccoli da crescere e nessun aiuto su cui contare. Dal 2009 la Fondazione è anche riconosciuta come ONG (Organizzazione Non Governativa) dal Ministero degli Affari Esteri e opera in Est Europa, Asia, Africa e America Latina e Caraibi con interventi per garantire la protezione, l’istruzione, la salute e la corretta alimentazione dei bambini.

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Albero della Vita ha ideato il “Metodo Pedagogia per il Terzo Millennio”. Ci può spiegare di cosa si tratta?

Il Metodo ha come fine elaborare e selezionare idee e strumenti per favorire lo sviluppo delle potenzialità umane. La parola chiave è proprio “potenzialità“: noi crediamo che ogni bambino, ogni ragazzo possieda una potenzialità che può sviluppare, a patto di saper utilizzare i giusti strumenti.

Qual è l’esperienza con il digitale nella raccolta delle donazioni?

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È un argomento importante e in costante cambiamento: la raccolta è ancora un mix fra strumenti classici non digitali (direct mailing, telefonate…) e le nuove possibilità che offre il digitale, donazioni con lo smartphone e utilizzo delle piattaforme. Ma ancora dobbiamo imparare tanto: o meglio, bisogna sviluppare gli strumenti adatti per la raccolta del presente.

Cosa pensa della trasparenza nelle Onlus?

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È importantissima, sono gli stakeholder che ci sostengono perciò va garantita la massima trasparenza, che è anche la chiave per creare relazioni durature con i partner e garantire così la continuità dei servizi ai beneficiari. Le Onlus gestiscono fondi dei privati o provenienti da bandi comunali. In sostanza, si tratta di fondi che devono essere rendicontati e utilizzati in maniera chiara e trasparente: non dimentichiamo la responsabilità immensa che abbiamo nei confronti dei beneficiari, che nel nostro caso sono famiglie e bambini in difficoltà.

In chiusura, quali iniziative avete per il futuro?

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Le iniziative sono tante, ovviamente continuare a sostenere e aiutare i bambini e le loro famiglie in un mondo che cambia molto rapidamente e che rende gli interventi molto più complessi. L’Albero della Vita – con la sua metodologia – può dare risposte e aiuti concreti alle famiglie e bambini in difficoltà. Continueremo a fare progetti educativi di qualità per riuscire a far fiorire nei bambini e nei ragazzi le loro potenzialità.

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