«Cambia la tua vita cambiando vite» il mantra di Aid4MADA onlus per il Madagascar

di Angelina Tortora
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Aid4Mada ONLUS nasce nel 2015 con l’obiettivo di realizzare progetti cooperativi finalizzati a rendere migliori le condizioni di vita della popolazione del Madagascar. L’associazione non ha fini di lucro e nasce dalla collaborazione di un gruppo di volontari italiani che hanno deciso di dedicare la loro vita e le proprie competenze per sostenere il progetto e raggiungere questo importante obiettivo.

Aid4mada ONLUS è presente a Tulear, la città più povera del Madagascar, e qui contribuisce ogni giorno a migliorare il livello di qualità di vita delle comunità del Sud dell’isola, da anni afflitte da una grave crisi idrica, alimentare e socio-economica. L’associazione ha in atto molti progetti per garantire alla popolazione: la disponibilità di acqua potabile, il sostegno alimentare e medico-sanitario, una casa per gli orfani, un’istruzione scolastica per i bambini. A parlarci di Aid4MADA onlus è Massimo Lazzari che dal 2017 riveste la carica di consigliere e responsabile comunicazione dell’associazione.

Ingegner Lazzari, cosa l’ha spinta ad intraprendere questo percorso?

Sono ingegnere gestionale e da circa 18 anni mi occupo di consulenza per piccole medie imprese in ambito Finance e Controllo di gestione. Poi nel 2016 dopo un viaggio in Madagascar ho conosciuto l’associazione no profit Aid4MADA onlus. Da lì è stato tutto un percorso in crescita, sono diventato consigliere e oggi mi occupo prevalentemente degli aspetti relativi al marketing e al fundraising. Nel 2018, poi, l’associazione ha avviato un progetto di costruzione di sistemi idrici per portare acqua potabile alle comunità più svantaggiate che vivono prevalentemente nei villaggi rurali. Molti non lo sanno, ma Tulear è la città più povera di tutto il Madagascar. Nel centro della città arriva l’acquedotto pubblico ma appena si esce in periferia e nei villaggi rurali non c’è proprio acqua. Inoltre da 4 anni tutto il Sud del Madagascar è colpito da una gravissima siccità, perché non piove ed è una zona semidesertica.

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Le comunità che vivono in queste zone non avendo accesso all’acqua potabile sono costrette a spostarsi quotidianamente per diversi chilometri a piedi fino alla fonte idrica più vicina. Spesso si tratta di una fonte contaminata (pozzanghere, acquitrini o buchi a cielo aperto). Gli abitanti, il più delle volte donne e bambini, prendono quest’acqua e la portano nelle loro capanne camminando con le taniche pesanti sulla testa. Poi chi se lo può permettere fa bollire l’acqua per purificarla prima del consumo, chi non se lo può permettere la beve così com’è. E questo causa diverse malattie a causa dei batteri presenti nell’acqua e un alto tasso di mortalità, soprattutto tra i bambini. Nel 2018 abbiamo deciso di avviare il progetto Water is Life per costruire una rete di pozzi nella periferia di Tulear. Dal 2018 ad oggi abbiamo costruito 29 sistemi idrici, di cui i primi 10 a pompa manuale nella prima periferia. Negli anni successivi abbiamo iniziato a costruire delle vere e proprie Water Tower solari alimentate da pannelli solari, utilizzate per servire villaggi sempre più popolosi. Negli ultimi anni, i nostri sistemi idrici hanno subito molte evoluzioni dal punto di vista tecnologico e di progettualità. Infatti, le ultime Water Tower che abbiamo costruito e consegnato ad aprile di quest’anno, servono anche villaggi di 4.000/5.000 persone. Sono strutture molto alte, fino a 8 metri, con una cisterna molto capiente e diversi pannelli solari con batterie di accumulo. Questi sistemi riescono a erogare fino a 50.000 litri di acqua al giorno.

Come finanziate questi progetti?

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Il progetto Water is Life ha seguito fin da subito l’iter di certificazione richiesto da Gold Standard per la generazione di crediti di carbonio. Questo perché quando abbiamo deciso di avviarlo abbiamo scoperto che un progetto di questo tipo avrebbe potuto generare questi titoli finanziari. I crediti di carbonio sono uno strumento finanziario introdotto dal protocollo di Kyoto del 1997, poi sanciti con l’accordo di Parigi del 2015, per incentivare i progetti che vengono realizzati nei paesi in via di sviluppo, finalizzati alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Sostanzialmente progetti come il nostro, quindi di accesso all’acqua, ma anche progetti di riforestazione, di conservazione forestale o di energie rinnovabili, ovvero, tutti quei progetti che possono consentire di ridurre o assorbire le emissioni di gas a effetto serra in atmosfera sono potenzialmente eligibili per la generazione di crediti di carbonio certificati.

La certificazione del progetto in base alle metodologie dei carbon standard internazionali consente quindi ai progettisti come noi di convertire le emissioni di CO2 equivalente che vengono ridotte, evitate o assorbite dal progetto in titoli finanziari: i crediti di carbonio. Questi titoli finanziari possono essere scambiati su piattaforme che afferiscono al mercato volontario dei crediti carbonio. Queste piattaforme sono amministrate dagli enti di certificazione principali a livello mondiale, tra cui ad esempio Gold Standard. La domanda di crediti di carbonio certificati generati da progetti di alto impatto sul clima e sulla comunità come il nostro è in costante crescita, perché sono sempre di più le aziende che decidono di acquistarli per compensare la propria impronta ambientale e raggiungere la carbon neutrality o climate neutrality.

In che modo costruire pompe di acqua riduce l’emissione CO2?

Perché nei villaggi rurali, come prima accennato, le comunità non hanno accesso all’acqua potabile e devono recuperare l’acqua contaminata da altre fonti. Poi, portano l’acqua nelle taniche fino alle loro capanne e non essendo potabile la fanno bollire bruciando carbone o legna. Questo, ovviamente, contribuisce alla deforestazione perché devono consumare molta legna e carbonella e, inoltre, genera emissioni di gas effetto serra attraverso la combustione. Costruendo dei sistemi idrici che erogano già acqua potabile si evita questa pratica e quindi si riducono le emissioni di CO2. Basti pensare che ad oggi con i 29 sistemi idrici che abbiamo costruito, stiamo fornendo acqua a circa 80mila persone e riducendo circa 70mila tonnellate di CO2 equivalente ogni anno, in base ai dati dell’ultima certificazione ottenuta da Gold Standard a settembre 2022.

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Fin dal 2018 questo progetto è stato portato avanti seguendo l’iter certificativo per generare crediti di carbonio che da diversi anni vengono venduti. È un beneficio importante perché, oltre a consentirci di comunicare l’impatto generato dal nostro progetto con dati certificati da un ente terzo riconosciuto a livello mondiale, produce delle entrate economiche importanti per il bilancio dell’associazione e ci consente di portare avanti tutti i nostri progetti. I fondi che raccogliamo in Italia vengono girati interamente all’associazione registrata in Madagascar, un’associazione locale con regolare accordo di sede con il governo malgascio che è quella che poi realizza tutti i nostri progetti. Attualmente le aree di intervento di Aid4Mada sono diverse.

Dal 2018 collaboriamo con la EPP Tanambao Morafeno, una scuola pubblica di Tulear che gestiamo in toto, curando direttamente tutti gli aspetti relativi all’istruzione e alla mensa scolastica, costruita da noi dentro la scuola. Nel 2021 abbiamo costruito anche un ambulatorio sanitario, sempre all’interno della scuola. Inoltre, tutte le attività, anche extrascolastiche, sono gestite dal nostro personale. Gli insegnanti sono naturalmente pubblici, ma tutto il personale di servizio che ruota intorno all’organizzazione della scuola è nostro dipendente. Nella scuola studiano circa 1500 bambini, dalla età prescolare (quindi bambini di 3-4 anni) fino alla fine della scuola primaria che corrisponde alle nostre medie (ragazzi di 14-15 anni). Attualmente sono 11 classi per circa 1500 bambini, parte dei quali sono sostenuti a distanza attraverso il meccanismo dell’adozione a distanza. I genitori adottivi versano una quota mensile che serve a coprire tutte le spese scolastiche, alimentari, medico-sanitarie di un bambino della nostra scuola. Al momento abbiamo 300 bambini sostenuti a distanza da persone che vivono in Italia o in altri paesi. In riferimento all’alimentazione, oltre a garantire quotidianamente pasti sani e gratuiti a tutti i bambini della scuola dentro la mensa, ogni mese distribuiamo cibo e generi di prima necessità alle famiglie dei bambini sostenuti a distanza. In questo modo, oltre ad avere la possibilità di mangiare a scuola, diamo loro anche la possibilità una volta al mese, di portarsi a casa riso, legumi e altri generi (alimentari e per l’igiene personale).

Un altro progetto molto importante è la “Casa del Miele”. Si tratta di un vero e proprio villaggio che abbiamo costruito da zero in piena pandemia, all’interno del quale abbiamo realizzato alcune case-famiglia, una sala polivalente, un pozzo, un blocco di bagni e docce, un orto e un cortile per l’allevamento di caprette e galline. Nella “Casa del Miele” oggi vivono 6 bambini orfani e due ragazze madri. Ci piacerebbe ampliare questo progetto attivo da due anni, che ci ha dato la possibilità di intervenire anche su questo fenomeno, purtroppo, molto diffuso. Bambini abbandonati a loro stessi, che non hanno i genitori e vivono per strada. Negli anni precedenti, inoltre, abbiamo stanziato delle borse di studio per aiutare alcuni ragazzi e ragazze malgasci a frequentare l’Università. Adesso, molti studenti stanno concludendo il percorso accademico. E poi c’è il nuovo progetto legato alla distribuzione di fornelli da cucina migliorati.

Cosa sono i fornelli da cucina consegnati alle famiglie?

Recentemente abbiamo avviato un progetto relativo alla distribuzione nei villaggi rurali di fornelli da cucina efficienti in collaborazione con Madaprojects. Si tratta di una società italiana, di cui sono fondatore, che ha lo scopo di sviluppare progetti a impatto sociale e ambientale nei paesi in via di sviluppo, quindi non solo in Madagascar. I due primi progetti lanciati da Madaprojects in Madagascar sono legati alla distribuzione di fornelli efficienti e all’accesso all’acqua. I fornelli che distribuiamo sono molto più efficienti rispetto ai sistemi di cottura tradizionali utilizzati dalla popolazione consentono di ridurre il consumo di carbone o legna, e quindi contrastare la deforestazione e le emissioni di gas a effetto serra.

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I fornelli sono prodotti da un laboratorio locale di Tulear, attraverso l’utilizzo dell’argilla, del cemento e della lamiera. In pratica, questa tipologia di fornello permette di consumare meno della metà del legno o della carbonella che viene utilizzata dai sistemi di cottura tradizionali, spesso fuochi a cielo aperto o dispositivi rudimentali realizzati in lamiera. Questi sistemi disperdono molto calore, quindi, per cucinare le famiglie sono costrette a utilizzare tantissime quantità di legna o di carbonella. Inoltre, sono pericolosi per la salute, in quanto producono gas nocivi che sono sprigionati all’interno delle capanne. Ed è per questo che è importante sostituire questi sistemi di cottura tradizionali con sistemi di cottura efficienti. Si può contribuire a migliorare sia le condizioni di vita delle popolazioni, sia agire contro il surriscaldamento globale. Progetti come questo vengono definiti di Carbon offsetting, ovvero di compensazione delle emissioni, perché possono generare crediti di carbonio certificati.

Come vi autofinanziate per portare avanti i vostri progetti?

Oltre ai crediti carbonio, come accennato, abbiamo l’adozione a distanza che ci consente di garantire la continuità del progetto scolastico. Un’altra fonte importante è il 5×1000, che negli ultimi tempi sta crescendo molto. Poi per fortuna abbiamo tante donazioni private, e possiamo contare su una bella community di privati e aziende che credono nei nostri progetti. Inoltre, nei periodi di Pasqua e Natale facciamo delle campagne specifiche con la vendita di uova di Pasqua, colombe o panettoni. Oppure, tutto l’anno vendiamo vini. Infine, c’è anche la vendita dei miei libri, il cui ricavato va tutto all’associazione. Ad oggi ho scritto cinque libri, di cui gli ultimi due dedicati proprio al Madagascar (La Fine della Terra e La Storia dell’Acqua). Adesso ne sto scrivendo un altro (L’Era del Fuoco) in cui parlo dei cambiamenti climatici e degli effetti che stanno causando in Madagascar. Il Madagascar è il paese più povero del mondo, la mia attività di scrittura serve anche per riuscire a trasmettere questi aspetti a chi non li conosce e a chi poi, magari, attraverso la conoscenza può decidere di darci una mano, che sia un privato o un’azienda.

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Qual è il mantra di AID4MADA?

Il nostro mantra che abbiamo inserito sul muro della mensa in Tulear è «cambia la tua vita cambiando vite». Il senso di questa frase è che fare un’attività come la nostra, sostenere un bambino con un’adozione a distanza, venire a Tulear anche solo per un breve periodo di volontariato, contribuisce a cambiare diverse vite in Madagascar. Ma soprattutto è un’esperienza che cambia la tua vita, ti dà una visione del mondo diversa. Aiutando gli altri a cambiare vita aiuti soprattutto te stesso a migliorare la tua vita.

 

 

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